Adriano suona la carica dei 102

09/06/2010 alle 11:10.

GASPORT (A. CATAPANO) - Si fa per ridere, anche se la richiesta è stata avanzata seriamente, ma in effetti il Circo Massimo sarebbe stato quasi il luogo ideale. Ancora meglio sarebbe stato portarlo in trionfo su via dei Fori Imperiali, a patto di trovare uno disposto a fare lo schiavo — come voleva la tradizione — che gli tenesse l’alloro della vittoria sulla testa e al momento culminante gli urlasse: «Ricordati che sei solo un uomo!». E devi dimagrire, sarebbe stata la postilla moderna.

Per il suo ritorno in Italia dal Brasile (dove un suo amico ieri ha deposto e negato legami col narcotraffico), la Roma aveva pensato al fascino del Circo Massimo, ma la , come era prevedibile, ha opposto motivi di sicurezza. I tifosi romanisti accoglieranno Adriano al Flaminio proprio come un imperatore, donandogli una corona d’alloro per i gol e le vittorie — sperano — che verranno. E i chili che — si augurano — scenderanno. Ma quanti ne pesa? E quanti ne dovrà buttare giù? Al termine delle lunghe visite mediche, ieri mattina la Roma ha comunicato il peso ufficiale: 102 kg, due in meno dei 104 veicolati da più fonti. «Appena cinque-sette in più del peso forma», la posizione del club. Ma se si prendesse come riferimento il peso forma di quando Adriano era all’Inter — 88 kg— i chili da perdere sarebbero di più. E, comunque, in nerazzurro si era sempre tenuto sotto la fatidica soglia della piotta (98 kg). Stimoli e cautele Dovrà mangiare meno, sudare di più. Comincerà a lavorare dal 1o luglio, due settimane prima dei compagni. La Roma gli ha dato fiducia (triennale da cinque milioni lordi più premi) ma si è cautelata: il contratto è accompagnato da un accordo integrativo dove sono inserite le terribili clausole etiche («non bere», «non andare in giro la notte», «non restare vittima dei paparazzi»). Ha parlato al telefono con Ranieri. Con la Sensi c’è stato subito feeling. lo aspetta: «Insieme faremo grandi cose, ti sentirai a casa tua»

Parole e pensieri Lui, l’Imperatore, nel primo giorno di dichiarazioni romane — in ospedale, ad una tv brasiliana e a Roma Channel— fa professione di realismo. «Non mi piace illudere i tifosi — dice —, non posso promettere molto se non un gol nel derby e tante reti in tutta la stagione, almeno una ventina. La Roma è una sfida che voglio vincere, sono di nuovo in Italia per tornare protagonista: spero di lottare subito per lo scudetto». Consapevole degli errori commessi. «So che Dunga non mi ha portato al Mondiale perché troppe volte ho oltrepassato il limite. Ma ora sono maturo e mi devo rialzare».

Burdisso, che lo ha conosciuto all’Inter, giura: «È uno dei più forti con cui abbia mai giocato». Si riabbracceranno alla fine di luglio, quando l’argentino avrà smaltito le ferie post-Mondiale. Perché «io ormai considero l’Inter un capitolo chiuso e spero di dare tanto alla Roma». L’Inter non vuole trattenerlo a tutti i costi, main cambio chiede soldi o giocatori, e l’ultimo desiderata sarebbe Riise, vecchia conoscenza di Benitez, ma un pallino di Ranieri. Sull’altra fascia, la Roma torna in pista per Mesto del .

Senza fretta, però. «Ora le nostre energie sono tutte per Adriano». Ci vogliono.