«I fatti sono gravissimi — ha detto ieri il procuratore Themistocles —: forti indizi dimostrano che Adriano ha intrattenuto relazioni con leader narcotrafficanti». Ma dopo l’interrogatorio è risultato che non esisterebbero prove certe. Secondo l’attaccante, «i soldi sono serviti per comprare cibo per i poveri».

Rigare dritto La Roma non nasconde di essere rimasta sconcertata dalla foto di Adriano col mitra, ma confida nella volontà del calciatore di lasciarsi tutto alle spalle, anche le beghe giudiziarie. A Trigoria si cautelano perché Adriano righi dritto in Italia. Il club giallorosso, uno dei pochi in Italia ad autoregolamentarsi con un codice etico, ha inserito nel contratto del centravanti ulteriori clausole di comportamento, studiate da Gian Paolo Montali. Pradè gliele ha già annunciate nel suo viaggio a Rio. Adriano le troverà al suo arrivo a Roma, e dovrà leggerle bene prima di firmare il contratto triennale. Ma come? Sono studiate per consentire alla Roma (che ieri ha rinnovato di un anno il rapporto con Marco Cassetti) di interrompere il rapporto col giocatore. E di rifarsi economicamente anche sui suoi manager (trattenendo la loro percentuale). Alcune sono comuni a tutti i tesserati: Adriano dovrà mantenere il peso forma, seguire un’alimentazione equilibrata, non abusare di alcool, allenarsi regolarmente, non dovrà drogarsi né fare uso di sostanze dopanti. Altre sono state scritte apposta per lui: fuori dal campo dovrà condurre una vita dignitosa (e la scelta di venire a Roma con figlio, mamma e nonna conforta), non dovrà andare in giro di notte né — e questa è una novità — comparire in foto compromettenti su riviste di gossip. Saranno monitorati pure i suoi spostamenti. Adriano dovrà lavorare anche in vacanza per buttare giù i sette chili di troppo con cui ha abbracciato Pradè. La Roma gli ha affidato un personal trainer che lo seguirà in spiaggia, dal 1˚ luglio. Due settimane prima dei compagni. Basteranno?