
GASPORT (A. CATAPANO) - Abituato alle iene dei giornali brasiliani lultima conferenza al Flamengo fu condotta come un interrogatorio , i colleghi romani devono essergli sembrati degli agnellini. «Non mordono lo hanno tranquillizzato prima di mandarlo in sala stampa , ti basterà essere te stesso e non nascondere nulla». E così, il fu Adriano Leite Ribeiro si è presentato senza maschera e senza paura di farsi guardare dentro, pronto a cominciare unaltra vita. «Io sono questo. Ho sbagliato e ho imparato la lezione. Qualcuno mi ha dato unaltra chance e stavolta intendo sfruttarla», la sintesi del suo pensiero.
In famiglia Chi gli ha dato questa occasione non è una normale società di calcio. Adriano ne ha colto subito il volto umano. Contattato da Totti, Ranieri («Mi ha chiesto di essere sempre sorridente») e ieri anche da De Rossi. «Mi hanno accolto benissimo. Non che lInter non lo fosse, e anzi Moratti mi è stato vicino racconta , ma la Roma è davvero una famiglia, in cui ognuno si preoccupa dellaltro. Anche per questo sono convinto di aver fatto la scelta giusta, qui potrò rinascere». Come calciatore, ma prima come uomo. La sua famiglia in attesa che a Roma si stabiliscano figlio, mamma e nonna, cui è legatissimo ha facce e compiti diversi. Ha la dolcezza di Daniele Pradè, e lentusiasmo con cui lo ha convinto a tornare in Italia. «Adriano è un ragazzo semplice con una valigia carica di sogni», dice il d.s. Ha lemozione di Rosella Sensi, uno scricciolo accanto al quintale del campione. «Adriano non è una scommessa, ma una certezza giura . Lo seguivamo da tempo, arriva al momento giusto. Vinceremo insieme». E ha la fermezza di Gian Paolo Montali, cui toccherà la parte del «cattivo», la più tosta, ma qualcuno doveva pur farlo. «Non lo molleremo un istante dice , adesso ci aspettiamo che mantenga tutte le promesse». Perché e alla Roma lo sanno bene non saranno tutte rose e fiori. Lo dimostrano le clausole inserite nellaccordo integrativo firmato ieri sera prima di partire per la Sardegna. «Le ho lette, le ho accettate senza problemi assicura Adriano . Devo prendermi le mie responsabilità. Sono pronto, più maturo, voglio dimostrarlo».
A dieta La maglietta numero otto gli tirava un po. «Sono sovrappeso, mi sono lasciato andare e sono stato fermo ammette Adriano . Ma in breve tempo tornerò in forma». Ai tifosi cinquemila al Flaminio tra magliette giallorosse, bandiere del Brasile e vuvuzelas de noantri ha detto quello che tutti si aspettavano: «Roma è come Rio. Questa è casa mia. Difenderò la maglia con tutte le forze. Faremo una grande stagione. Voglio battere lInter. Daje Roma daje ». Arrivederci al 1˚ luglio. «Sarò un altro». Meglio se sarà la metà.