IL ROMANISTA (V.META) - CRONACA DI una giornata perfetta. La domenica di assoluta passione che ha visto Allievi e Giovanissimi Nazionali centrare la qualificazione alle fasi finali dei rispettivi campionati comincia sotto un cielo talmente limpido da sembrare trasparente. Non può succedere niente di male sotto un azzurro così. Alle 10 di mattina, a Trigoria fa già caldissimo, eppure sono in tanti ad aver disertato le spiagge per venire a fare il tifo per la Roma dei ragazzi. Pochi minuti prima del calcio dinizio della sfida degli Allievi contro il Palermo, le tribune sono traboccanti di gente. Genitori, amici, e anche qualche volto conosciuto: maglietta gia
La Roma scende in campo in maglia bianca, accompagnata dalle note di un "Roma Roma" urlato a squarciagola da tutta la tribuna (oltre che dagli stessi giocatori), mentre si viene dispiegando una coreografia a base di fumogeni e palloncini giallorossi. A scandire la partita, un coro dietro laltro. Il più gettonato, forse perché ha accompagnato la rimonta della prima squadra, è "Voglia di stringersi un po", anche se sul 5-1 cè spazio per un classico come "La società dei magnaccioni". Il finale è tutto dei giocatori, che al triplice fischio quasi si schiantano contro la rete metallica a bordo campo, in un abbraccio con i tifosi che sembra non voler finire più. Caprari e compagni escono alla spicciolata, portando con sé bandiere e strisiconi (emblematico quello che recita "se nannamo a Chianciano") e cantando fin dentro gli spogliatoi. Il tecnico è fra gli ultimi a lasciare il campo, salutato dal coro "Stramaccioni resta con noi". Una festa allegra e chiassosa, per una squadra di romanisti veri. Da brividi.
Appena il tempo di metabolizzare le emozioni della mattinata, che alle 15 unaltra Roma scende in campo, quella dei Giovanissimi. Sè alzato il vento, e forse non è un caso che per i 95 quella contro il Genoa sia una battaglia. Non bastano settanta minuti regolamentari più venti supplementari per scalfire l1-1. Sulla tribuna, piena ma non straripante, la tensione è tangibile. Sembra che la partita non debba finire mai e in panchina anche Montella passeggia nervosamente su e giù. Non bastano i crampi, lansia o la stanchezza a fermare la Roma, che riesce a spuntarla dopo una serie di venti calci di rigore. Quando la palla è alle spalle del portiere rossoblù, gli Aeroplanino boys possono finalmente volare incontro al loro pubblico, sfiniti ma felici per unimpresa che fino al pareggio di Fedeli sembrava in procinto di sfumare. La festa continua negli spogliatoi, da dove riecheggia un solo coro: "e Vincenzo Monte, e Vincenzo Monte, e Vincenzo Montella oleee". Finisce così il perfect day della Roma, nel caldo di un tramonto che si tinge di giallorosso.