Un errore che pagherà. Però ci ha messo la faccia

07/05/2010 alle 13:07.

LIBERO (A. DELL'ORTO) - Francesco Totti ha sbagliato ed è difficile difenderlo. Ha sbagliato perché quando, in campo, ti incazzi con un avversario e vuoi dargli una stecca (colpo che faccia sentire dolore, ma non necessariamente provochi un infortunio) bisogna avere pazienza, aspettare il momento migliore, non essere plateali, aggredire la preda quando c’è di mezzo il pallone, pum, e poi chiedere scusa. Lavoro sporco e bastardo che difensori emediani fanno regolarmente con precisione chirurgica, spesso senza farsi notare (anche se nell’era delle mille telecamere stile Grande Fratello è sempre più difficile), ma che numeri 10 e mezzepunte non riescono proprio a imparare.

Già, ha sbagliato ed è difficile difenderlo, ma almeno è stato cristallino. Diretto. Ha inseguito, arrancando con la sua corsa dapapera, la gazzella Balotelli e poi l’ha colpita prendendosi le proprie responsabilità: davanti a tutti, senza trucchi, sapendo che un campione non deve farlo e che un 34enne deve sapersi controllare e che così si fa male al calcio e bla bla bla. Sapendo, soprattutto, che poi sarebbe stato massacrato. Così è stato e le sentenze di chi non aspettava altro sono state severe: ex giocatore (anche se fosse, che c’entra?), è il solito burino che reagisce (ma avete presente quante volte ha sopportato in silenzio calcioni e infortuni?), cattivo esempio per i ragazzini (ma con una severa invece la faccenda diventa un buon esempio: tutti possono sbagliare, ma quando si sbaglia si viene puniti), che aveva premeditato il calcione (no caro Zazzaroni, se Francesco avesse deciso già da tempo di far male a Balotelli non avrebbe rischiato il rosso poco prima, con la folle e stupida entrata su Milito).



Su un aspetto, però, tutti dovrebbero essere d’accordo: Er , almeno, è stato trasparente e coerente. Più dei bacchettoni che fingono di scandalizzarsi  e poi vedono complotti ovunque, più di quei telecronisti (Collovati e Bagni, tanto per non fare nomi) che ora fanno la morale in scioltezza, come se tutti noi non ci ricordassimo che erano i primi a farsi rispettare e, all’occorrenza, entrare duro. E proprio per questo li amavamo. Epoi, via, basta prendersi in giro. Chi ha vissuto anche solo tre volte il calcio dal di dentro - che sia serie A, dilettantio oratorio - sa che per capire certi episodi bisogna essere lì. Sa che in campo ci si dice di tutto. Sa che a far saltare i nervi sono soprattutto le provocazioni. Non per niente Mazzone - uno che su questo tema è campione del mondo (ricordate la corsa, da allenatore del Brescia, a pungi chiusi verso la curva atalantina?) - ieri ha offerto la riflessione più intelligente: «Bisognerebbe capire cosa ha detto Balotelli». Appunto. Anche ama la provocazione, ma quella burina e goliardica. Memorabili la maglietta “Vi ho purgato ancora”, il gesto “4 pappine e a casa” e i recenti pollicioni in giù. In nessun caso ci sono stati insulti diretti, offese a mogli, madri o sorelle. E questo fa la differenza. Chissà, invece, cosa ha detto Balotelli...