Tre pellegrini nella Città Eterna

05/05/2010 alle 12:19.

GASPORT (L. GARLANDO) - Sono arrivati tutti e tre a Roma, quasi nello stesso momento, come antichi pellegrini. E tutti e tre hanno predicato ieri nella Città Eterna. Ognuno con la sua fede, così diversi tra loro. Per primo ha parlato Claudio Ranieri saggio e pacifico come un vecchio curato di campagna. «I nostri tifosi devono venire per una festa, così deve essere la finale dell’Olimpico: devono uscire i valori dello sport». Ha rifiutato di tornare sulla «vergogna» di Lazio-Inter, per evitare polemiche. Ranieri sa bene che se stasera vincerà, il suo avversario, che già gli ha dato del settantenne, potrebbe chiamarla la Coppa del Nonno, eppure ieri ha riservato una carezza al portoghese: «Stimo Mourinho. Merita tutti i successi che ottiene». Ha lodato

Poi ha parlato Marcello Lippi, c.t. porporato, asceso al soglio mondiale quattro anni fa. Ieratico, come gli impone l’alto ruolo. Insindacabile, come un papa d’altri tempi: «Non do spiegazioni alle convocazioni». Ha confermato gratitudine al vecchio conclave che l’ha eletto campione del mondo: Cannavaro, Zambrotta, Gattuso... «Non è giusto dimenticare quanto fatto in quei giorni». Ha difeso la sua chiesa: «Lazio-Inter non rappresenta il calcio italiano. Noi siamo un’altra cosa e l’abbiamo dimostrato nel 2006». Non ha svelato il mistero di : «Vedrete l’11 giugno». Il giorno del giudizio.

Infine si è scatenato Josè Mourinho, con la furia di un Giovanni Battista. Ha fustigato il calcio italiano, si è scagliato su Rosella Sensi, «nata in una culla d’oro»: «Alla signora, alla dottoressa, dico di rispettare la mia squadra! Vergognoso è rubare». Ha inquietato perfino i propri apostoli. Non ha potuto assicurare: «Resto». Come a Emmaus. Ha predicato vago: «Nel calcio non si può mai dire niente». Insensibile alle tensioni di questi giorni, il messia di Setubal, con il coraggio dei primi cristiani, ha sfidato i romani che stanotte lo aspettano nell’arena: «Se vorranno tenerci svegli di notte, siamo abituati: è già successo a . Se qualcuno della Roma dovesse simulare, nessun problema: siamo abituati». Punta a una trinità: «Tre titoli sarebbero storici». Ma se anche stasera dovesse finire in croce, è certo che tra tre giorni, in qualche modo, ne verrà fuori.