Siamo soli ma siamo tanti

18/05/2010 alle 12:04.

IL ROMANISTA (M.GIAMMARIOLI) - Tutto si è consumato secondo copione. Ancora un gran gol di Vucinic che ci fa annusare il profumo dello scudetto proprio come due anni fa a Catania poi un gol del solito Milito lo riporta all’ombra della Madonnina. Ancora una dimostrazione massiccia dell’amore infinito che lega questa squadra ai propri tifosi in 20 mila a Verona e in 2000 a Fiumicino ad accogliere il ritorno dei giallorossi. Ancora l’ennesimo scudetto morale; ancora infiniti e sacrosanti ringraziamenti ai protagonisti di una stagione fantastica. M

“Chi tifa Roma non perde mai” titolava ieri Il Romanista esaltando (giustamente) la nostra appartenenza e la nostra peculiarità. Quante volte abbiamo scritto e descritto di come siano diversi i tifosi romanisti rispetto a tutti gli altri; della nostra simbiosi con la squadra, la à e la sua inimitabile storia. Proprio io ho scritto due giorni fa che «a noi importa relativamente vincere perché è il dazio da pagare per poter godere appieno dell’essere romanisti». Ebbene sbagliavo; o meglio sono stufo di bearmi di tutto ciò. Sia ben chiaro: non rinnego nulla, neppure una virgola, di quanto detto e scritto che confermo in toto. Ma non mi basta più.
Sarà forse per l’età ma non riesco più a sopportare l’arroganza del Palazzo e dei suoi inquilini sia che si chiamino Moggi o che si chiamino Moratti; sono stufo di questa classe arbitrale geneticamente “suddita”; sono stufo di giornali e televisioni che incensano questi padroni del vapore in nome dei cosiddetti “bacini di utenza”; sono stufo di sopportare gli insulti fatti alla mia à da novelli longobardi in cravatta verde; sono stufo di vedere il mio allenatore irriso da un portoghese capace soltanto di ostentare la propria ricchezza economica; sono soprattutto stufo di festeggiare finali perse e secondi posti. Ma come, potreste obiettare, non sei tu quello che ha appena ricordato che questo è il dazio da pagare per godere appieno dell’essere romanisti?
 
Verissimo, ma non sta scritto da nessuna parte che tale dazio lo si debba pagare in eterno.
Abbiamo anche detto e scritto che questa è la nostra storia. Ma si può cambiare la storia? No, non si può cambiare. Ma la si può riscrivere. Mai più gol annullati come quello di Turone; mai più Roma-Liverpool o Roma-Lecce o Roma-Sampdoria. Cominciamo ad alzare la voce! Ribattiamo colpo su colpo alle provocazioni
e alle angherie in tutte le sedi opportune. Tutti insieme: dal Presidente all’ultimo dei tifosi mettendo in campo le nostre molte e ancora inespresse risorse. Abbiamo più volte ricordato orgogliosamente di essere soli contro tutti. E’ vero: siamo soli... ma siamo tanti!