GASPORT (F. ARTURI) - Il nostro calcio è come un saloon di mediocri western di mezzo secolo fa: la finale di Coppa Italia è stata introdotta da un clima pesante, assurdo. Sarebbe stato ingenuo pensare che la partita e i suoi protagonisti avrebbero riscattato il «tutto contro tutti» che stiamo mandando da tempo in mondovisione. Però ci abbiamo sperato unaltra volta: in fondo da qualche parte si deve pur cominciare. Invece al pronti via si è vista una serie di corpo a corpo, cui nessuno si è sottratto. Aiutare larbitro? Forse in unaltra dimensione: in questa, si è visto un primo tempo nel quale larbitro Rizzoli è stato in balia di 22 assatanati che pensavano più a picchiare, insultare e simulare che a giocare.
Si può tenere in pugno una partita che sembrava un regolamento di conti? Il metro della tolleranza è stato comunque una risposta sbagliata, e i romanisti nella ripresa ne hanno abusato. La lista dei gesti da ammonizione (e oltre) è diventata lunga. Quasi tutti impuniti. E quella pedata di Totti è stata un sigillo ad unaltra bruttura «made in Italy». Rimbalzerà da una tv allaltra: come Lazio-Inter, anzi peggio. Va bene così? Si è visto anche un po di calcio vero: la laboriosità dellInter e la sua capacità di sacrificarsi per il bene collettivo si sono tradotte nel primo titolo della stagione che un passo alla volta si sta tramutando in un trionfo. La squadra di Mourinho sa adattarsi a tutto, ed è il suo miglior pregio: se cè da difendersi si difende, se cè da giocare gioca, se cè da attaccare attacca, se cè da picchiare picchia, se cè da urlare urla. Qualche sbavatura qua e là certo, ma è difficile per tutti conservare la misura mentre sparano al pianista.
Dopo limpresa di Barcellona, ecco un altro meritato applauso. Ancora una volta lespressione tecnica più preziosa dei nerazzurri è Milito: un gol di sontuosa bellezza, in un «uno contro quattro» che sarebbe stato il modo migliore per mandare in archivio la finale. Quanto a Cambiasso, ci permettiamo con un po di impertinenza di considerarlo la prova vivente che Maradona non è un allenatore credibile (o non lo è ancora): si può tenere fuori dalla nazionale argentina un mostro di intelligenza e lucidità come lui? Infine la Roma: è probabilmente inferiore allInter, ma sarebbe stato meglio verificarlo in una normale partita di calcio. Forse è chiedere troppo, al momento.