CORSPORT (G. D'UBALDO) - Nella Roma ci sono undici giocatori che sanno cosa significa vincere uno scudetto e lo hanno fatto quasi in ogni parte del mondo. Argentina e Brasile, Francia e Romania, Spagna, Olanda e Germania, oltre lItalia. Cinque di questi giocatori resteranno fuori dallultima partita, per infortuni, squalifica o scelta tecnica. Ma la squadra di Ranieri non arriva impreparata di fronte allultimo ostacolo. I giocatori ce la metteranno tutta per rendere elettrizzanti gli ultimi novanta minuti. Ne hanno parlato spesso nei giorni scorsi a Trigoria. Le esperienze dei brasiliani nel loro Paese, quelle di Burdisso in Argentina e nellInter. Il difensore appena arrivato alla Roma disse.
«Non abbiamo niente di meno dellInter » . Da quel giorno è cominciata la rincorsa, che ha portato la squadra giallorossa a scavalcare per due settimane i nerazzurri e, dopo lincredibile sconfitta contro la Sampdoria, a inseguire a due punti di distacco, pronta a sfruttare un eventuale passo falso degli uomini di Mourinho. Con Burdisso ha vinto allInter anche Andreolli, quando era giovanissimo e debuttò con Mancini. Oltre ai due ex nerazzurri, in Italia ha vinto solo Totti. Il capitano aveva già la fascia sul braccio quando la Roma conquistò lo scudetto di nove anni fa. E passato tanto tempo, Francesco non è più giovanissimo, ora insegue il secondo scudetto, sarebbe lunico calciatore romano a centrare il bis. Di quella squadra che dominò il campionato dallinizio alla fine, Totti è rimasto lultimo superstite. Alla fine della scorsa stagione ha smesso Vincenzo Montella e si è messo a fare lallenatore e tre anni prima se ne era andato Damiano Tommasi, prima in Spagna e poi in Cina.
Domani Totti guida la carica di quelli che sanno come si fa. Burdisso è il romanista che ha vinto più scudetti, cinque, dietro di lui cè Lobont, con quattro. Il portiere romeno ha sposato la causa, è uno che fa spogliatoio, che carica i compagni. Che si muove a Trigoria come se ci fosse da una vita. Lobont è diventato romanista dentro, andò a rimproverare Radu, per quello sgambetto nel derby. Sono compagni di Nazionale, ma il portiere ha un ascendente sui più giovani.
Julio Baptista ha vinto in Brasile e nel Real Madrid, prima di arrivare alla Roma. A Verona non ci sarà per un infortunio, ma in questa stagione anche lui ha dato il suo contributo, facendosi trovare pronto in ogni occasione. Quella di Juan è unaltra presenza allinterno dello spogliatoio. Parla poco ma quando lo fa tutti lo stanno ad ascoltare. Ha vinto tre scudetti in Brasile, ha giocato ai vertici anche in Germania. Vuole provare a sfilare lo scudetto a Lucio, compagno di mille battaglie in Nazionale. Juan ci ha sempre creduto, anche dopo la sconfitta contro la Samp che ha compromesso in parte la rincorsa. Sono rimasti novanta minuti, la squadra è stanca, ci arriva con il fiato grosso. Ma nessuno si tira indietro. La Roma sa come si fa.