LA STAMPA (G. BUCCHERI) - Sordi o insensibili. Lo sono ai richiami dallalto (persino dal Quirinale) i duellanti di fine stagione ora che il campionato è pronto ad emettere il verdetto: perché se oggi lInter vince e la Roma non fa altrettanto, i nerazzurri sono campioni dItalia. Ranieri e Mourinho si inseguono in classifica, ma, soprattutto, nella sfida dei veleni. Il salto di qualità registrato ieri è preoccupante e per due motivi. Il primo: la nuova polemica si consuma a poche ore di distanza dal monito del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il secondo: linatteso scivolone sul campo della provocazione di chi, Ranieri, era riuscito fino ad ora a tenere i toni bassi.
La partita delle panchine si accende in un minuto, il tempo necessario perché da Trigoria il condottiero riapra il capitolo finale, quello sui premi a vincere e dintorni. «Questo - così Ranieri - è un calcio che non mi piace. Io sono diverso da Mourinho, preferisco il rispetto e do rispetto: è troppo facile motivare e sentirsi gruppo dando limpressione di essere attaccati da tutto e da tutti. Mi piace vincere in un altro modo perché lo sport è un veicolo importante per la nostra società. Facendo così, invece, sono tutte bombe ad orologeria...». Il minuto di Ranieri termina con un giudizio, un voto al collega rivale che parte da lontano. «Abbiamo sempre detto che in questo mondo vince chi ha più soldi e lInter dopo aver speso tanto ha fatto quadrare i conti. La Roma sta vincendo in unaltra maniera. Mourinho un fenomeno? Voi lo fate diventare tale, per me è un buon allenatore. E mi fermo qua». Poi, Ranieri riparla del calcione infinito, quello di Totti a Balotelli. «Cè di mezzo Francesco e tutto viene amplificato. Sorpreso che non andrà ai Mondiali (Lippi lo ha comunicato a Totti con una telefonata venerdì, ndr)? Me lo sono sempre augurato. Serve a noi». Questo pomeriggio, allOlimpico, i tifosi della Roma si presenteranno con la maglia del capitano giallorosso. «Un bellissimo messaggio», chiosa il tecnico.
Ranieri gioca a ridisegnare il confine. Mourinho raccoglie il pallone avvelenato e, da Berlino, rilancia: allo Special One il malumore nasce perché qualcuno si è permesso di sconfessare i suoi metodi di motivatore. Lassist di Ranieri è di quelli da non lasciar cadere e poco importa se, da 24 ore, il portoghese è finito a processo sportivo per la frase sui soldi che la Roma potrebbe dare in più al Siena. in vista dellultima tappa di campionato dei nerazzurri in Toscana. Mourinho è a Berlino per studiare il Bayern Monaco nel giorno del trionfo in Bundesliga dei rivali nella finale di Champions League.
E, dalla Germania, detta il contropiede. Laffondo dello Special One: «Come si motivano i giocatori? Lo si fa tutti i giorni. Non lo si fa certo facendo vedere un film alla squadra prima di una finale di coppa. I giocatori - dice Mou - sono professionisti, non bambini. Noi abbiamo studiato a fondo la Roma: se prima di una partita metto la squadra a vedere il Gladiatore, i miei giocatori si mettono a ridere o chiamano il dottore chiedendogli se sono malato. Io un fenomeno? Non lho mai detto, però non è certo colpa mia se, nel 2004, dopo essere arrivato al Chelsea e aver chiesto perché stavano cambiando Ranieri, mi hanno risposto che volevano vincere e con lui non sarebbe mai capitato».
Il «Gladiatore», Totti, la Roma e i tifosi: Mourinho va dritto al cuore di un rituale che accompagna le vigilie giallorosse come ha raccontato allEquipe il vice di Ranieri, Christian Damiano. «Due ore prima delle gare facciamo vedere ai ragazzi un filmato di sette, otto minuti sui segreti degli avversari. Il finale è emozionante: immagini positive sulla musica del Gladiatore».