Ranieri: "Questo modo di fare calcio non mi piace"

09/05/2010 alle 13:36.

CORSPORT (P.TORRI) - Sapeva alla perfezione che ci sa­rebbe stata la replica come, poi, puntual­mente verificatosi. Sapeva anche che non sarebbe stata una replica soft, come è nel­lo stile di Mourinho. Ma dopo tutto quello che si è detto prima, durante e dopo la fi­nale di coppa Italia, Claudio Ranieri aveva deciso di dire la sua, forzando la sua natu­ra di uomo di sport, perché «io sono diver­so » . Diverso, ovviamente, da José Mourin­ho, l’avversario di ieri, oggi e domani. Che, nel­la conferenza di ieri, non ha mai nominato di­rettamente, ma facendo capire benissimo che il suo dito accusatore era rivolto contro il porto­ghese, sottolineando i meriti (soldi) di Morat­ti nelle vittorie nerazzurre, giudicando lo Special One un buon allenatore e nulla più, prendendo le distanze dalle «bombe a oro­logeria » che il portoghese si diletta a disse­minare ogni volta che si presenta in sala stampa, sottolineando con orgoglio la sua «Roma vincente» che, da quando il tecnico romano si è seduto

Signore e signori, Claudio Ranieri: « En­tro un minuto in tutto questo, anche per­ché questo è un calcio che non mi piace. Sono diverso, mi piace il rispetto, garanti­sco rispetto. Qui in Italia non so dove si ar­riverà. E’ troppo facile motivare e fare gruppo sentendosi attaccati da tutti e tut­to.

A me piace vincere in un altro modo. Facendo così sono tutte bombe a orologe­ria. Sono un uomo di calcio, a me piace gio­care a calcio. Lo sport deve essere questo. Abbiamo sempre detto che in questo mon­do vince chi ha più soldi. Io non so quanto abbia speso Moratti negli ultimi quindici anni. So che dopo aver tanto speso, ora l’Inter è riuscita a far quadrare i conti. I soldi aiutano a vincere. La Roma sta vin­cendo in un’altra maniera, sta tenendo la squadra sempre ai vertici del nostro cal­cio, qualche volta rie­sce a vincere. Siete voi che avete fatto diven­tare il portoghese un fenomeno, per me ri­mane un buon allena­tore. Noi non abbiamo litigato ( qui il discor­so si era allargato an­che alla Lazio ndr). Lo sport siamo noi addetti ai lavori. Voi avete il diritto di cronaca per questo non vi chia­mo in causa. Voi raccontate quello che si vede, quello che si dichiara, come si di­chiara, i gesti che abbiamo in panchina. Ognuno di noi deve essere responsabile del messaggio che manda. Si può vincere in tanti modi. Aggiungo solo che negli ultimi giorni all’estero hanno visto quello che è accaduto nel nostro calcio e tutto questo non ci ha fatto una grande pubblicità. E mi fermo qua»
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TOTTI - Questione . Il fal­lo del capitano della Roma ha fatto il giro del mondo, è sul banco degli imputa­ti, ma Claudio Ranieri è dalla parte del suo giocatore: «Quel fallo è stato un peccato. Andavano evidenziate altre cose, invece, dato che c’è di mezzo , è stato tutto amplificato e questo non è giusto. E’ stato etichettato come malvagio. Invece è un campione di umanità. E’ bello vedere un ragazzo che sbaglia e chiede scusa. Sono in pochi quelli che sono capaci di chiedere scusa. razzista? Non conoscono Fran­cesco, basta vedere come scherza con Juan, Baptista, Faty. è un ragazzo che ogni padre vorrebbe come figlio. Lo voglio­no denigrare, lui non lo merita. Da romano a romano ci ho parlato, gli ho detto cosa pensa­vo. Anche è un es­sere umano, ha sbaglia­to. Non ci ha visto più e ha perso la testa. Ha sbagliato anche Chivu e ha chiesto scusa » .

CAGLIARI - Ci sarebbe da parlare anche della partita di oggi contro il Cagliari. Oltretut­to la matematica dice che il campionato tutto è meno che finito: «Dobbiamo conti­nuare a lottare, lo faremo, garantito. Noi non molliamo. Vogliamo continuare a far sognare i nostri tifosi » . Infine una battuta, secca e chiara, su un possibile futuro sulla panchina della Nazionale e, pure, su bocciato da Lippi: «Io sono felice che non vada al Mondiale, me lo sono sempre augurato, il nostro capitano serve a noi. Ri­guardo al mio futuro, dico che ho un con­tratto con la Roma, io sono per la Roma, per un calcio pulito, fatto di messaggi po­sitivi. Questo è il mio calcio » . E non ag­giunge il nome di Mourinho solo perché non ce n’è alcun bisogno.