CORSPORT (S.CHIOFFI) - De Rossi è levoluzione di quel tipo di centrocam pista che nel calcio moderno riveste una parte sempre più decisiva. Piace a tutti i grandi allenatori, da Alex Ferguson ad Arsène Wenger, da Pep Guardiola a Roberto Mancini, perché è lespressione più chiara ed efficace della capacità di interpretare e svolgere due ruoli. De Rossi ragiona da me diano e da regista. La differenza sostanziale risiede proprio nella sua completezza. E la sintesi perfetta del playmaker che copre e imposta, del giocatore che garantisce equilibri e si inserisce in attacco, sfruttando il tiro dalla lunga distanza e il colpo di testa in area di rigore.
De Rossi ha segnato un passaggio netto con la storia recente dei centrali classici: cera chi sapeva fare filtro e pressing o dettare i tempi della manovra. Due fasi distinte. La particolarità del romanista è nella ricchezza del suo repertorio: è ordinato negli appoggi, è robusto nei contrasti, ha lucidità e forza straripante, ha potenza e intuito, sa scegliere i tempi di giusti per provare a cercare il gol. In campo interpreta un doppio copione e lo sa leggere con la naturalezza di chi ha unaltra marcia. Velocità di gambe e di pensiero: ecco perché nel suo ruolo è diventato da tempo il giocatore più ricercato. Ma la Roma si è sempre rifiutata di ascoltare unofferta. Il valore del centrocampista non ha prezzo.
Lassoluta intransigenza ribadita dalla Roma in epoche e situazioni differenti, non ha distolto comunque lattenzione dei club più quotati su De Rossi. E lunga la lista dei suoi estimatori: al primo posto cè Alex Ferguson, che allena il Manchester United dal 1986 e ha vinto trentadue trofei con i Red Devils. Lallenatore scozzese ha espresso giudizi brillanti su De Rossi: in diverse occasioni ha sottolineato limportanza di questo mediano-regista, in grado di dare forma e sostanza a un collettivo. Un punto di riferimento per i compagni, un leader. De Rossi ha il potere di trasferire unidentità precisa a una squadra. Ieri un sito inglese, caughtoffside. com, ha diffuso la notizia di un interessamento del Manchester United per il giallorosso: «Ferguson è pronto a spendere 44 milioni di euro». Un retroscena che è stato subito rilanciato dai tabloid inglesi.
Ferguson lo considera un centrocampista determinante. Ma non è lunico. In passato aveva pensato al romanista anche Wenger, tecnico dellArsenal. E lo stesso Pep Guardiola, sette trofei sulla panchina del Barcellona nello spazio di due anni, ha avuto spesso parole di elogio per De Rossi. Un legame forte e unamicizia che risalgono alla stagione trascorsa da Guardiola, nel 2002-03, con la maglia della Roma, quando il centrocampista di Ostia cominciava la sua ascesa. Una stima ricambiata, visto che De Rossi - in alcune interviste - ha mostrato ammirazione nei confronti di Pep, prima come calciatore e ora come allenatore di un Barcellona che produce emozioni e spettacolo.
Uninvestitura, quella di De Rossi, sottoscritta anche da Roberto Mancini, stregato dalla sapienza tattica del romanista. Lo applaudiva quando era allInter. E anche adesso che si è trasferito al Manchester City, continua a inserirlo nella cerchia ristretta dei centrocampisti più bravi e determinanti nel panorama internazionale. Cè un retroscena che riguarda il City di Mancini: se la squadra biancazzurra si fosse qualificata per il preliminare di Champions League, traguardo sfumato a una giornata dalla fine, dopo la sconfitta in casa nello scontro diretto con il Tottenham, lo sceicco Mansour Bin Zayed si sarebbe fatto avanti per De Rossi. Ma la porta della Roma, come hanno sempre garantito tutti, da Rosella Sensi a Bruno Conti, sarebbe rimasta chiusa ancora una volta.