Quanti tentativi andati a vuoto

27/05/2010 alle 12:18.

CORSPORT (S.CHIOFFI) - De Rossi è l’evoluzione di quel tipo di centrocam pista che nel calcio moderno riveste una parte sempre più decisiva. Piace a tutti i grandi allenatori, da Alex Ferguson ad Arsène Wenger, da Pep Guardiola a Roberto Mancini, perché è l’espressione più chiara ed efficace della capacità di interpretare e svolgere due ruoli. De Rossi ragiona da me diano e da regista. La differenza sostanziale risiede proprio nella sua completezza. E’ la sintesi perfetta del playmaker che copre e imposta, del giocatore che garantisce equilibri e si inserisce in attacco, sfruttando il tiro dalla lunga distanza e il colpo di testa in area di rigore.


ha segnato un passaggio netto con la storia recen­te dei centrali classici: c’era chi sapeva fare filtro e pressing o dettare i tempi della manovra. Due fasi distinte. La parti­colarità del romanista è nella ricchezza del suo repertorio:
è ordinato negli appoggi, è robusto nei contrasti, ha lucidità e forza straripante, ha potenza e intuito, sa scegliere i tempi di giusti per provare a cercare il gol. In campo interpreta un doppio copione e lo sa legge­re con la naturalezza di chi ha un’altra marcia. Velocità di gambe e di pensiero: ecco perché nel suo ruolo è diven­tato da tempo il giocatore più ricercato. Ma la Roma si è sempre rifiutata di ascoltare un’offerta. Il valore del cen­trocampista non ha prezzo.

L’assoluta intransigenza ri­badita dalla Roma in epoche e situazioni differenti, non ha distolto comunque l’attenzio­ne dei club più quotati su . E’ lunga la lista dei suoi estimatori: al primo posto c’è Alex Ferguson, che allena il
Manchester United dal 1986 e ha vinto trentadue trofei con i Red Devils. L’allenatore scozzese ha espresso giudizi brillanti su : in diver­se occasioni ha sottolineato l’importanza di questo media­no-regista, in grado di dare forma e sostanza a un collettivo. Un punto di riferimento per i compagni, un leader. ha il potere di trasferire un’identità precisa a una squadra. Ieri un sito inglese, cau­ghtoffside. com, ha diffuso la notizia di un interessamento del Manchester United per il giallorosso: «Ferguson è pronto a spendere 44 milioni di euro». Un retroscena che è stato subi­to rilanciato dai tabloid inglesi.

Ferguson lo considera un centrocampista determinante. Ma non è l’unico. In passato aveva pensato al romanista an­che Wenger, tecnico dell’. E lo stesso Pep Guardio­la, sette trofei sulla panchina del nello spazio di due anni, ha avuto spesso parole di elogio per . Un legame forte e un’amicizia che risalgono alla stagione tra­scorsa da Guardiola, nel 2002-03, con la maglia della Roma, quando il centrocampista di Ostia cominciava la sua asce­sa. Una stima ricambiata, visto che - in alcune in­terviste - ha mostrato ammirazione nei confronti di Pep, pri­ma come calciatore e ora come allenatore di un che produce emozioni e spettacolo.

Un’investitura, quella di , sottoscritta anche da Roberto Mancini, stregato dalla sapienza tattica del roma­nista. Lo applaudiva quando era all’Inter. E anche adesso che si è trasferito al
Manchester , continua a inserirlo nella cerchia ristretta dei centrocampisti più bravi e deter­minanti nel panorama internazionale. C’è un retroscena che riguarda il di Mancini: se la squadra biancazzurra si fosse qualificata per il preliminare di , traguardo sfumato a una giornata dalla fine, dopo la scon­fitta in casa nello scontro diretto con il Tottenham, lo sceic­co Mansour Bin Zayed si sarebbe fatto avanti per . Ma la porta della Roma, come hanno sempre garantito tut­ti, da Rosella Sensi a Bruno Conti, sarebbe rimasta chiusa ancora una volta.