CORSERA /M.R. SPADACCINO) - Quello che fa più impressione sono le bandiere: sembrano bucare lo schermo e sventolare proprio sulla testa, pare di sentire il loro fruscio sopra le orecchie di un pubblico dallanima giallorossa e con il viso coperto da occhialoni neri 3D, tridimensionali. Ma quelle bandiere sventolano (inutilmente) allOlimpico, invece quel pubblico è seduto dentro il cinema Warner Moderno di piazza della Repubblica, nel centro di Roma.
È una delle due sale capitoline coinvolta nellesperimento della finale di Coppa Italia, laltra è quella a Parco de Medici, trasmessa su uno schermo cinematografico tridimensionale, in contemporanea ai cinema di Milano, Vicenza e Parma.
Unidea di «The space cinema», che ha messo a disposizione gratuitamente i 219 posti della sala Due, una delle più accoglienti della multisala. «Era un test, è decisamente riuscito - racconta uno degli organizzatori - in meno di 24 ore abbiamo terminato l80% dei biglietti». Latmosfera è sobria, in un primo momento, anche se qualcuno guarda la partita con il cappellino della Roma, incurante degli spettatori alle spalle. E del caldo.
Ma la sobrietà, la pacatezza durano il tempo di un attimo, perché le troppe scivolate di Toni, gli errori di Vucinic, il nervosismo del Capitano, provocano la reazione «passionale» degli spettatori. Pardon: dei tifosi. Che insultano, partecipano, soffrono come allo stadio.
Toni tridimensionale è enorme. I guardalinee sembrano controllare la partita tra le poltrone del cinema. La bandierina gialla basta allungare la mano ed eccola, si tocca. Ma cosa scrive Mourinho? Si ha la sensazione di poter sbirciare nel suo block notes, lui cammina, annota ed incita Balotelli. Lallenatore dellInter si gira e guarda la panchina? O i tifosi del cinema Moderno? Poi arriva il gol di Milito: e quel pallone preciso, nettissimo, non attraversa solo lOlimpico, ma anche il soffitto della sala Due di piazza Esedra, lo seguono 219 sguardi: Julio Sergio non lo ferma, non può farlo. Gli occhi entrano dentro la rete insieme al pallone. Lunico interista è seduto nella quartultima fila in alto, applaude. Si guarda intorno e smette subito.