CORSPORT (P. GUADAGNO) - Altro che « bombe a orologeria » , come le ha definite Claudio Ranieri, Josè Mourinho ha deciso di rispondere al tecnico romanista con una serie di siluri a detonazione immediata. Si è trattato di un vero e proprio fuoco incrociato, teso a mettere in discussione i metodi di lavoro del collega ( « I giocatori sono professionisti seri, non vanno trattati come bambini » ) e la sua capacità nel portare a casa trofei ( «Al
di Coppa Italia di mercoledì scorso: «La Roma avrebbe dovuto terminare la gara in 6, visto e considerato che Mexes, Totti, Perrotta, Taddei e Burdisso hanno fatto il necessario per meritare le sanzioni che non gli avrebbero permesso di restare più tempo in campo» .
RISPOSTA IN AEREO In realtà, la bocca dello ' Special one' sarebbe rimasta cucita, come di consueto in campionato da quasi 3 mesi a questa parte, se Ranieri non l'avesse chiamato in causa in conferenza stampa. Aveva già lasciato la Pinetina e stava per volare a Berlino (nel pomeriggio ha assistito a Hertha-Bayern), infatti, quando è stato informato delle dichiarazioni del tecnico giallorosso. Sull'aereo ha studiato la risposta migliore, che, una volta sbarcato, è stata pubblicata sul sito nerazzurro, con il titolo
« Preparo calciatori, non gladiatori » .
IL GLADIATORE - Un riferimento non casuale, visto che l''intelligence' di Mourinho era venuta a sapere che la Roma, prima di affrontare l'Inter, avrebbe assistito proprio a un certo film. «Se prima di una partita metto la squadra a guardare ' Il Gladiatore', i miei giocatori si mettono a ridere o chiamano il dottore chiedendogli se sono malato - ha voluto sottolineare l'uomo di Setubal - Prima della finale di Coppa Italia ho visto 6 partite della Roma per trovare i loro punti deboli, lavorandoci 18 ore. Certo che è più facile scegliere un film da proiettare prima della gara, ma Ranieri ha dimenticato che i suoi giocatori sono dei campioni e non dei bambini » . E tra le righe, Mourinho ha lasciato intendere pure un collegamento tra la visione de 'Il Gladiatore' e il comportamento dei giocatori giallorossi che, a suo giudizio, andavano allontanati dal campo.
MOTIVAZIONE - Lo ' Special one', peraltro, già non aveva gradito che, mercoledì sera, Ranieri avesse voluto sottolineare che i suoi avevano commesso l'errore di farsi trascinare sul terreno più agevole per gli avversari, ovvero il gioco fisico e l'aggressività, mettendo dunque in secondo piano i meriti della squadra nerazzurra. Quando poi, ieri, ha sentito il collega parlare di eccessiva facilità nel « sentirsi gruppo, dando l'impressione di essere attaccati da tutto e da tutti » , il tecnico nerazzurro ha deciso di rompere il silenzio. Tanto più che già in passato Ranieri era stato in più di un'occasione uno dei suoi bersagli preferiti, probabilmente a causa dei trascorsi in comune al Chelsea.
FENOMENO - Lo aveva attaccato così nell'agosto 2008: «A quasi settant'anni ha vinto solo una Supercoppa, una coppetta. Non ha mai vinto trofei importanti. Forse ha bisogno di cambiare la sua mentalità, ma è troppo vecchio per farlo » . E Mou ha ripetuto il medesimo concetto anche ieri, dopo che Ranieri lo aveva descritto solo come « un buon allenatore. E' la stampa che lo fa diventare un fenomeno » . Ed ecco la replica dello ' Special one': « Non ho mai detto di essere un fenomeno, però non è certo colpa mia se, nel 2004, dopo essere arrivato al Chelsea e aver chiesto perché stavano cambiando Ranieri, mi hanno risposto che volevano vincere e con lui non sarebbe mai capitato. Di questo, io, non ho proprio colpe» .