«Non tratto i giocatori da bimbi, e vinco»

09/05/2010 alle 13:53.

CORSPORT (P. GUADAGNO) - Altro che « bombe a orologeria » , come le ha definite Claudio Ranieri, Josè Mourinho ha deciso di rispon­dere al tecnico roma­nista con una serie di siluri a detonazione immediata. Si è trat­tato di un vero e pro­prio fuoco incrocia­to, teso a mettere in discussione i metodi di lavoro del collega ( « I giocatori sono professionisti seri, non vanno trattati come bam­bini » ) e la sua capacità nel porta­re a casa trofei ( «Al

di Coppa Italia di mercoledì scor­so: «La Roma avrebbe dovuto ter­minare la gara in 6, visto e consi­derato che Mexes, , Perrotta, Taddei e Burdisso hanno fatto il necessario per meri­tare le sanzioni che non gli avrebbero permesso di restare più tempo in campo» .



RISPOSTA IN AEREO ­In realtà, la bocca dello ' Special one' sarebbe rimasta cu­, come di consueto in campio­nato da quasi 3 mesi a questa par­te, se Ranieri non l'avesse chiama­to in causa in conferenza stampa. Aveva già lasciato la Pinetina e stava per volare a Berlino (nel po­meriggio ha assistito a Hertha-Ba­yern), infatti, quando è stato infor­mato delle dichiarazioni del tecni­co giallorosso. Sull'aereo ha stu­diato la risposta migliore, che, una volta sbarcato, è stata pubblicata sul sito nerazzurro, con il titolo

« Preparo calciatori, non gladiatori » .



IL GLADIATORE - Un riferimento non ca­suale, visto che l''in­telligence' di Mou­rinho era venuta a sapere che la Roma, prima di affrontare l'Inter, avrebbe assi­stito proprio a un certo film. «Se prima di una partita metto la squadra a guardare ' Il Gladiato­re', i miei giocatori si mettono a ridere o chiamano il dottore chie­dendogli se sono malato - ha volu­to sottolineare l'uomo di Setubal - Prima della finale di Coppa Italia ho visto 6 partite della Roma per trovare i loro punti deboli, lavo­randoci 18 ore. Certo che è più fa­cile scegliere un film da proietta­re prima della gara, ma Ranieri ha dimenticato che i suoi giocatori sono dei campioni e non dei bambini » . E tra le righe, Mourinho ha lasciato intendere pure un collegamen­to tra la visione de 'Il Gladiatore' e il com­portamento dei gio­catori giallorossi che, a suo giudi­zio, andavano allontanati dal cam­po.



MOTIVAZIONE
- Lo ' Special one', peraltro, già non aveva gradito che, mercoledì sera, Ranieri aves­se voluto sottolineare che i suoi avevano commesso l'errore di far­si trascinare sul terreno più age­vole per gli avversari, ovvero il gioco fisico e l'aggressività, met­tendo dunque in secondo piano i meriti della squadra nerazzurra. Quando poi, ieri, ha sentito il collega parlare di eccessiva facilità nel « sentirsi gruppo, dando l'im­pressione di essere attaccati da tutto e da tutti » , il tecnico nerazzurro ha deci­so di rompere il si­lenzio. Tanto più che già in passa­to Ranieri era stato in più di un'oc­casione uno dei suoi bersagli pre­feriti, probabilmente a causa dei trascorsi in comune al Chelsea.



FENOMENO
- Lo aveva attaccato così nell'agosto 2008: «A quasi set­tant'anni ha vinto solo una Super­coppa, una coppetta. Non ha mai vinto trofei importanti. Forse ha bisogno di cambiare la sua menta­lità, ma è troppo vecchio per far­lo » . E Mou ha ripetuto il medesi­mo concetto anche ieri, dopo che Ranie­ri lo aveva descritto solo come « un buon allenatore. E' la stampa che lo fa di­ventare un fenome­no » . Ed ecco la repli­ca dello ' Special one': « Non ho mai detto di essere un fenomeno, però non è certo colpa mia se, nel 2004, dopo essere arrivato al Chelsea e aver chiesto perché stavano cam­biando Ranieri, mi hanno risposto che volevano vincere e con lui non sarebbe mai capitato. Di questo, io, non ho proprio colpe» .