IL ROMANISTA (D. GALLI) - Scudetto. La sola parola incute una specie di timore reverenziale. Se non temete la scaramanzia, se avete il fegato di pronunciarla, continuate pure a leggere. La Lega Calcio dovrebbe ufficializzare oggi il cerimoniale per lo Scudetto. La coppa sarà alzata lì per lì. Seduta stante. Sul posto. Siena o Verona, per Via Rosellini è lo stesso. Saranno allestiti due palchi identici per la consegna. Zanetti o Totti riceveranno la coppa da due importantissimi rappresentanti di Lega Calcio (immaginiamo:
Rivediamo le stime: saremo quindicimila? A questo punto, è strapossibile. I romanisti ci credono, perché è la Roma a crederci. Ranieri per primo.Che in un passaggio di una lettera indirizzata allAssociazione Bancaria Italiana, lAbi, ha scritto: «Il prossimo anno andremo in Champions League entrando dalla porta principale e disputeremo la Supercoppa, questo vuol dire che siamo uno dei club protagonisti del calcio internazionale. Ma una cosa dobbiamo fare tutti insieme, sostenere al di là dei fatti economici propri di unazienda, i valori del calcio e dello sport. Il sogno (Ranieri lo scrive tutto maiuscolo: SOGNO, ndr) che la Roma ha regalato ai suoi sostenitori non può toglierlo nessuno. La forza aggregante che ne scaturisce è fortissima». AllAbi, abituata alla spenta rigidità delle cifre con tanti zeri, Ranieri contrappone il calore romanista: «Il calcio - sottolinea - è lo sport più influente del mondo; avete calcolato che è seguito da un miliardo e ottocento milioni di spettatori che alimentano un business allaltezza dei maggiori settori produttivi. Tutto questo è vero. Ma il calcio, senza un sogno, non va in paradiso».