IL ROMANISTA (C.FOTIA) - Egregio Signor Ministro, ci conosciamo da molti anni. Lei è un tifoso del Milan nato a Varese, io sono un tifoso della Roma nato a Reggio Calabria. Lei è un leader politico della Lega Nord che, diciamo così, non è un movimento cui vanno le mie simpatie, io sono un cittadino romano abbastanza stufo di essere identificato con i difetti di un sistema politico che la mia città ospita, subendone tutte le inefficienze e ricevendone in cambio solo svantaggi.
Tanto più se si unisce ai tanti altri fatti di violenze ingiustificabili compiuti da alcuni esponenti delle forze dellordine nei confronti di immigrati, tossicodipendenti, fino a giungere, appunto, al caso di Stefano Gugliotta, il cui pestaggio sistematico e immotivato è stato documentato dalle telecamere amatoriali. Il ragazzo ha subito la perdita di un dente, una ferita alla testa, e contusioni alla schiena. E stato intercettato da alcuni poliziotti abbastanza lontano dallo stadio mentre saliva sul suo motorino per andare a una festa, accompagnato da un amico che aveva subito un infortunio e camminava con le stampelle. Probabilmente è stato scambiato con un personaggio ricercato dalle forze dellordine perché protagonista degli scontri al termine della partita, dal momento che indossava un giubbino rosso come il suo. Il Pm ha aperto un fascicolo per "lesioni volontarie". Il dato kafkiano, per chiunque abbia visto le immagini, è che il ragazzo sia stato arrestato per "resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale". Il ragazzo è stato scarcerato oggi su ordine del Gip, ma resta laccusa nei suoi confronti, anche se solo per resistenza. La sua scarcerazione è una buona notizia, ma non basta a sanare il vulnus. Lei, Egregio Signor Ministro, ha promesso accertamento delle responsabilità ma ha nel contempo rifiutato "processi sommari e attacchi indiscriminati". Come vede, io ho parlato di "alcuni poliziotti", proprio perché non intendo affatto generalizzare visto che in trentanni di professione, indagando sul malaffare, sulla mafia, sui rapporti tra mafia e politica, ho sempre avuto poliziotti e carabinieri come amici e alleati e ne ho visti tanti cadere sul fronte del dovere.
E proprio questo il punto: siccome ritengo che le nostre forze dellordine siano fondamentalmente sane ho il sospetto che ci sia qualcuno che soffi sul fuoco, istigando alla violenza e istruendo "processi sommari e attacchi indiscriminati" contro gli ultras per alimentare un clima generale di tensione e violenza, tali da giustificare una gestione autoritaria dellordine pubblico. Capisco che il termine ultras evochi scenari tremendi, ma in sé e per sé, in un paese democratico quale noi dovremmo ancora essere, non significa nulla. E non parlo qui delle decine di migliaia di persone "normali" che vanno allo stadio con la famiglia e la pizza con la mortadella. No, e voglio essere provocatorio, parlo di quelli brutti sporchi e cattivi. Quelli che vivono solo per il tifo, che passano tutta la vita attorno ad esso. Può non piacere, ma queste persone non possono essere accomunate a dei criminali, finché non commettono dei reati. I violenti, per altro, sono già schedati e colpiti da provvedimenti che li tengono fuori dagli stadi. Che strano paese siamo! Si evoca lo stato di polizia per impedire ai magistrati di perseguire i potenti e lo si attua contro una nuova "vil razza dannata", criminalizzando tutto il popolo degli stadi. Davvero lei pensa che questo serva a isolare e colpire i teppisti? Davvero pensa che si contrastino coloro che organizzano la violenza, picchiando a caso tra coloro che ca- pitano sotto mano nelle vicinanze di uno stadio?