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GASPORT (S. BOLDRINI/A. CATAPANO) - Una figuraccia in mondovisione, una sconfitta che lascerà il segno, unaltra notte di lacrime e rabbia. Olimpico ancora una volta nemico, e i romanisti costretti a vedere unaltra squadra avversaria alzare una Coppa in casa propria. Ma, forse, la Roma è stata più vittima del fuoco amico, del clima di tensione, degli slogan «palla o gamba». Ah, se uno sempre posato nelle parole come Daniele De Rossi avesse parlato prima, e non dopo. «Non siamo stati condizionati da Lazio-Inter, non diciamo questo. Partite come quella di domenica scorsa ce ne sono tantissime in Italia ogni anno, se ne è parlato troppo e con ipocrisia.
Anche Montali aveva provato a gettare acqua sul fuoco, e continua nel post-gara: «Basta polemiche, non parliamo dellarbitro, facciamo solo i complimenti allInter. Dimostriamo che siamo una grande squadra». Rabbia Ma restano voci isolate. La rabbia dei romanisti è nelle parole di Luca Toni, contro Rizzoli e gli avversari. «Sarà un caso, maquando affrontiamo lInter gli episodi dubbi sono sempre a loro favore, soprattutto nelle partite decisive. Ci poteva essere un rigore per noi e unespulsione per loro, ci potevano essere ma queste decisioni non ci sono mai. Vorrei un giorno poter dire che contro lInter siamo stati favoriti da una decisione arbitrale. E poi non mi sono piaciuti nemmeno gli atteggiamenti dei nerazzurri, Chivu ha fatto un brutto gesto ai tifosi». Per il resto, «abbiamo disputato una buona gara dice Toni , siamo stati puniti da un unico episodio».
Realismo Cè tanta frustrazione anche nelle parole di Simone Perrotta. «LInter è una squadra formidabile, ma noi abbiamo giocato meglio». E poi, con sarcasmo: «Vinceranno anche la Champions, ma i nerazzurri hanno atteggiamenti fastidiosi, non ne hanno bisogno. Dovrebbero essere più grande squadra». Rodrigo Taddei è amaro. «Ha ragione Toni, sarà sfortuna ma ci puniscono sempre certi episodi, siamo dispiaciutissimi, ci tenevamo a questa Coppa, volevamo la stella dargento. Peccato, ma ora dobbiamo credere ancora al campionato». Riise fa un po di mea culpa. «Eravamo troppo nervosi, ma in una finale ci poteva stare. Dopo lo svantaggio abbiamo provato ad attaccare, ma sbattevamo contro un muro». Juan cerca di guardare avanti. «Ora rituffiamoci nel campionato, non è detta lultima parola». Già, ma stasera chi ci crede?