Lacrime, cuore e bimbi: Grazie Roma

10/05/2010 alle 11:42.

IL ROMANISTA (C.ZUCCHELLI) - Grazie Roma. Grazie per una stagione che, comunque vada, sarà indimenticabile. Negli occhi e nei cuori dei cinquantamila dell’Olimpico c’è solo questo. La gioia e l’orgoglio di essere romanisti e di aver vissuto, noi sì, una stagione da protagonisti

15:00: Roma, Roma, Roma. Il sole bacia l’Olimpico, sciarpe al cielo. Tutti gli occhi sono per , si canta un po’ più forte anche e soprattutto per lui. Ilary, che qualche minuto prima, inquadrata dalle telecamere, aveva indicato il 10 del marito sulla maglietta, si alza in piedi e con un amico apre uno striscione. C’è scritto: “ non si discute, si ama”. Francesco, che entra in campo con Cristian e , guarda e gli occhi brillano. Manda un bacio. 15:14: si gioca, succede poco o nulla. Da Milano arriva la notizia più attesa: il Chievo è in vantaggio. L’ Olimpico esplode. Vucinic, in tribuna accanto alla sua Stefania col pancione, guarda il tabellone. Ilary dice a un amico: «Calma, calma». E infatti ha ragione lei. L’Inter pareggia, dilaga e sullo stadio cala il silenzio. 16:05: è un’atmosfera surreale quella che si vive all’Olimpico. La Sud è senza striscioni, si canta ma meno del solito. Il resto dello stadio è in silenzio. La Roma gioca male, neanche i pali e le traverse infiammano il pubblico. In Curva c’è chi piange «oggi è la fine di un’epoca meravigliosa», spiega Sandrone. Ma non si riferisce alla partita. 16:28: succede l’incredibile. Segna Lazzari. Lo stadio canta “Alé Forza Roma alé”, ma è un attimo. Le lacrime scorrono, adesso, anche in tribuna. Da Milano arrivano notizie: sugli spalti di San Siro già si festeggia. «No, no, no. Se la devono gioca’ fino all’ultima giornata, ma che sta a succede?». Davide manda un sms: «Sto già a prepara’ er costume». 16:38: ribalta tutto. Due gol, Roma di nuovo in corsa. L’Olimpico, adesso sì, ci crede. si mette in piedi e batte le manine al papà, Cristian la imita, Vucinic pure, Faty idem. «Daje Roma, tutti a Verona». 

17:08: la ci spera. Ancora. E canta vinceremo il tricolor. Lo fa in un momento preciso, al termine di una giornata bellissima, a tratti surreale, complicata. Da batticuore. Una giornata da Roma, insomma. La canta il coro più importante quando la Roma, al termine del giro di campo, va sotto il posto più bello per stringersi un po’ alla sua gente. Ci sono Enzo e Eva Mexes, Simone e Helena Cassetti, i figli di Burdisso, quelli di Pizarro e Perrotta. I figli di e i nipoti di Conti. Riise gira con la macchinetta guidata da Julio Sergio, Pizarro resta sdraiato in mezzo al campo e osserva tutto. La Sud applaude e piange. Via sms arrivano le parole del Pek a Sky: «Dicono che i miracoli succedano, speriamo accada alla Roma». Luca lo legge. Intorno a lui non si dice niente. Basta uno sguardo. E si ritorna a cantare. 18:02: gli ultimi dieci spettatori abbandonano lo stadio. “Grazie Romaaaa” strilla un temerario. Bacia il suo seggiolino, ripone la bandiera, va via. Mentre scende le scalette vede una foto di . E la bacia. Ora sì che la giornata è finita.