La forza del saper chiedere scusa

14/05/2010 alle 12:04.

IL ROMANISTA (S. ROMITA) - Le polemiche per il pestaggio di Stefano Gugliotta si placano lentamente e la festa della Polizia prevista per oggi a piazza del Popolo potrà svolgersi in un clima di riappacificazione tra città e forze dell’ordine. In attesa della risposta del ministro dell’Interno Roberto Maroni alla lettera aperta con cui il direttore di questo giornale, Carmine Fotia, ha posto sul tavolo una lunga serie di questioni che meritano

In attesa della risposta del ministro dell’Interno Roberto Maroni alla lettera aperta con cui il direttore di questo giornale, Carmine Fotia, ha posto sul tavolo una lunga serie di questioni che meritano attenzione istituzionale, valutiamo la giornata per quel che ci ha portato. La cosa indubbiamente più bella in assoluto è rappresentata dalle scuse del Commissariato Prati e del di Roma alla madre e al padre del ragazzo al termine di una settimana di carcere ingiusto e di un’ Odissea che non si dovrebbe

verificare mai per sbaglio. Scambi di persona, errori di valutazione, esagerazioni e scatti d’ira possono avvenire in ogni settore. E quindi anche tra chi deve mantenere ordine pubblico, freddezza di gesti ed equilibrio.

Senza contare che individui sbagliati e con personalità violente possono esserci ovunque. Anche nella Polizia.

L’importante è intervenire e allontanarli. Dovunque essi si fermino. Le omertà vanno condannate. Le coperture dichiarate inaccettabili. Le complicità stroncate. E siamo contenti che in questa occasione tutto sia andato per il meglio e l’intelligenza di molti abbia surclassato la stupidità di pochi. Sarebbe avvenuta la stessa cosa senza un’inequivocabile filmatino amatoriale portato subito a prova di difesa? Ci sarebbero stati penosi strascichi se non fossero accorsi numerosi testimoni sotto casa di Stefano per urlare sdegno e protestare contro un pestaggio incomprensibile? Comunque è andata e ne siamo felici.



Diciamo che un atto pubblico e ufficiale come le scuse andrebbe comunicato con più decibel e con maggiore spettacolarità. Ma è comprensibile che in presenza di un percorso (Stefano risulta ancora coinvolto nelle resistenze a pubblico ufficiale) da ultimare ufficialmente a piazzale Clodio non poteva essere forse fatto di più.

Tutto bene dunque? Nient’affatto. Ora la si finisca con questo voler far credere che siamo in un clima di emergenza di ordine pubblico. La si smetta di alimentare odio nei confronti di emarginati, tossici, immigrati e, da qualche tempo in qua anche tifosi. L’emergenza sappiamo tutti che cosa è veramente, e che cosa ha prodotto in Italia in passato.

Nell’anniversario della uccisione di Giorgiana Masi non c’è bisogno dei radicali per reagire con sdegno a chi immagina similitudini di climi politici. Le à italiane non vivono il fenomeno "banlieu" come si vuol far credere. C’è fermento sì, c’è disperazione, c’è fatica quotidiana a superare la crisi economica e la mancanza

di lavoro e di rispetto per le dignità che scivolano insieme all’assenza di certezze, economiche e sociali. Ma null’altro.

E spiace che un ministro come Maroni, picchiato nel 1996 dalla Digos e condannato a otto mesi per essersi opposto alla perquisizione della sede leghista di via Bellerio, non lo ammetta.