La folle notte di Totti, il calcione della vergogna

06/05/2010 alle 14:58.

LA REPUBBLICA - Cosa passa per la mente di un fuoriclasse quando decide di trasformarsi in vendicatore di chissà quali torti, di inseguire per 20 metri un avversario, cercare di acchiapparlo, non riuscirci, insistere mentre l´altro è impegnato a dribblare altri due avversari, raggiungerlo alle spalle, e infine prenderlo a calcioni nel sedere, brutalmente, come se fossimo in una rissa da strada e non in una finale di coppa nazionale, nello stadio della capitale, davanti alle autorità civili, politiche e militari?

Un gesto che scatena pure qualche isolato buu dagli spalti contro l´interista. Forse spiegherà, magari si scuserà. Il suo gesto macchia la finale della Roma e in parte la sua stessa carriera. E non solo: con Balotelli a terra dolorante, lui gli va vicino e gli dà pure un calcetto in testa, tanto per completare il lavoro. Agghiacciante, inconcepibile e inspiegabile. Proprio davanti a Lippi, che magari era venuto a dargli un´occhiata. Chissà cos´avrà pensato il ct. Il gesto di non è isolato, anche se è il più grave della serata. Una miriade di episodi che stavano per degenerare, con Mourinho sulfureo davanti alla panchina: le sue proteste sono andate avanti per tutta la gara, a un certo punto ha preteso di vedere un replay dopo un fuorigioco di Milito (che c´era), ma l´addetto in campo non gliel´ha permesso. E scontri infuocati tra Mexes e Materazzi, tra Vucinic ed Eto´o, Burdisso che picchia e Ranieri lo toglie per evitare. Poi al fischio finale, accenni di rissa in mezzo al campo, un tifoso che scavalca e vorrebbe affrontare gli interisti che festeggiano (lo portano via), i vip della Monte Mario che insultano Balotelli e lui che risponde.

Mourinho, alla fine, è stremato. «Ora possiamo vincere gli altri due titoli. Ma questa sera non invito i tifosi a venire a Malpensa a festeggiarci (come invece aveva fatto dopo il , in , ndr). Questa sera dico loro di restare a casa, riposare e lasciarci riposare. È stata durissima. Abbiamo perso un giocatore al primo minuto. Quando succede una cosa del genere, vuol dire che la partita sarà difficile. È stato così. L´Inter ha giocato nell´unico modo in cui può giocare ora, correndo il meno possibile e ottenendo il massimo. Poi la Roma ha perso la testa e quando si è fatto espellere la partita era già finita. Non sono io l´uomo del momento. È l´Inter la squadra del momento. Posso dire di aver vinto tutte le competizioni del calcio portoghese, inglese e italiano. E posso dire che l´Inter ormai è cambiata. Ha fatto un salto enorme in una dimensione diversa, dove il cambio di un allenatore non potrà fare la differenza. Ci sono possibilità che io rimanga? Ovviamente sì». Ed è un po´ di gelo sulla festa.