IL ROMANISTA (P. BRUNI) - L'avevamo lasciato a Verona con gli occhi tristi di chi aveva accarezzato un sogno ed era stato svegliato di soprassalto. Ora, invece, messa da parte lamarezza tricolore, Juan si gode gli ultimi giorni di vacanza a Rio de Janeiro prima di partire per il ritiro della Seleçao in vista dei Mondiali sudafricani. Intervistato da Globesport.com, il centrale giallorosso è tornato a parlare del campionato appena trascorso, della splendida rincorsa della Roma
Ad inizio stagione le ambizioni erano altre, così come la consapevolezza di essere un gruppo forte ma non ancora completamente attrezzato per gettare il guanto di sfida allInter: «Lobiettivo era lottare per raggiungere la qualificazione alla Champions League, ma dopo un brutto inizio siamo riusciti in una rimonta incredibile». Laconico, poi, quando ripensa a ciò che poteva essere ed è svanito come una bolla di sapone a pochi centimetri dal traguardo più atteso. Il brasiliano, non vuole trovare facili scuse, preferisce una spiegazione tanto semplice, quanto veritiera: «Purtroppo, ci siamo svegliati tardi». Alla luce dei fatti, difficile dargli torto.
Resta comunque la certezza di averci creduto fino in fondo, di aver messo in difficoltà unavversaria corazzata e con pochissimi punti deboli. Per Juan la sfida con i nerazzurri è soltanto allinizio: «Siamo rivali, ma il futuro del calcio italiano dipende da questa partita». LInter e la sua Roma hanno dato vita ad un duello intenso, combattuto quasi ad armi pari. Una battaglia durata nove mesi con schermaglie spesso appassionanti, qualche volta evitabili. Il centrale romanista, nonostante il passato appena trascorso, anche se con qualche titubanza, domani sera, nella finale di Madrid, tiferà per una vittoria degli interisti. Interessi di competizione e fratellanza brasiliana. «Se dovesse vincere il Bayern dalla stagione successiva lItalia potrà mandare in Champions solo le prime tre, perdendo quindi un posto. E poi preferisco che vincano sempre i miei amici ed io nellInter né ho tre che giocheranno i mondiali con me. Voglio dare un in bocca al lupo a loro perché una vittoria gli regalerebbe anche una forza psicologica per giocare in Sudafrica».