In panchina l’uomo dei sogni: Menez

16/05/2010 alle 13:06.

IL ROMANISTA - Sei dicembre 2008, stadio Bentegodi, la Roma batte il Chievo 1-0. A decidere la partita è Menez, al suo primo gol con la maglia della Roma. In quel giorno Jeremy ha cominciato il cammino che lo ha portato negli ultimi mesi (a dire il vero con qualche ritardo di troppo) ad essere un giocatore vero, uno su cui contare per il futuro. Insomma, uno da Roma.

Oggi il francese torna in quello stadio per una partita che potrebbe significare infinitamente di più. Magari sarà di nuovo lui a deciderla, anche se la maglia da titolare stavolta potrebbe non toccare a lui. Se Ranieri dovesse cominciare il match andando sul sicuro, con il trio Taddei-Perrotta- Vucinic dietro a , a quel punto Jeremy potrebbe diventare l’arma in più da giocarsi a partita in corso. Se ce ne fosse bisogno. E le alternative per l’attacco non mancano, visto che, con ogni probabilità, il tecnico giallorosso porterà accanto a sé in panchina anche Luca Toni.

Mentre potrebbe finire in tribuna Julio Baptista, che non si è allenato per tutta la settimana. Il brasiliano però è stato convocato, così come tutti gli altri, Riise compreso. Thunderbolt domenica scorsa, dopo la vittoria col Cagliari, aveva detto chiaramente che, nonostante la , a Verona voleva esserci per chiudere insieme ai compagni. E’ stato accontentato.

Ma resta il problema di doverlo sostituire sulla fascia sinistra. Il ballottaggio è tra Tonetto e Cassetti (che torna dopo il doppio stop in campionato e Coppa Italia) mentre dall’altra parte dovrebbe essere confermato Marco Motta. Significha che Burdisso non dovrà essere spostato sulla destra e potrà giocare nel mezzo assieme a Juan, con Mexes ancora in panchina. Nel mezzo nessuna sorpresa: ci saranno (che fa 18mila minuti in A con la Roma) e Pizarro, con il cileno che ha qualche fastidio ma che stringerà i denti per non mancare all’appuntamento.

Ieri l’ultimo allenamento prima della partenza per Verona è stato piuttosto breve per colpa del maltempo. Su Trigoria è caduta tanta pioggia e faceva anche piuttosto freddo con una temperatura attorno ai 10 gradi. Ranieri ha preferito non affaticare più di tanto i muscoli dei suoi ragazzi su un campo molto pesante. Non è certo questo il momento di fare carichi di lavoro, c’è solo da raccogliere gli ultimi rimasugli di energie e sparare tutte le cartucce in campo. E allora tutti sotto la doccia e poi la partenza, sotto lo sguardo di una cinquantina di tifosi incuranti della pioggia. Un saluto e via verso nord, verso il grande sogno.