CORSPORT - Libero tifo in libero stadio. Perché il calcio è un po come lamore e la guerra, tutto è permesso. Anche sperare di perdere per rovinare la festa ai rivali di sempre. Poi esci dagli stadi, ti infili nei palazzetti dello sport e scopri che queste dinamiche da campanile sono universali, funzionano tanto sullerba quanto sul parquet. Chiedetelo a Gaetano Curreri, il cantante degli Stadio, un autore generoso che ha scritto per tanti, da Vasco a Irene Grandi. Può regalare canzoni, ma non gioie ai tifosi della Virtus Bologna. Lui tifa Fortitudo «abbiamo laquila nello stemma, proprio come la Lazio » - e ammette candidamente: « Perché vi stupite? Il tifo è il tifo, e a me sta bene perdere se questo può togliere un successo alla Virtus » . Non fa una piega.
Lazio-Roma, il tifo biancoceleste palesemente schierato per la sconfitta della squadra di Reja e sfacciatamente a favore dei nerazzurri. Un paradosso difficile da comprendere, da accettare, da spiegare. Soprattutto per chi non vive allombra del Cupolone. E allora non devi stupire più di tanto che le parole più indulgenti siano proprio quelle dei tifosi romanisti. Come Adriano Panatta, ad esempio. « Nellatteggiamento della tifoseria non cè niente di sbagliato, quei cartelli e gli slogan erano anche spiritosi, scansateve è esattamente quello che hanno fatto tutti, tranne Muslera e Zarate. Niente moralismi », dice da tifoso, anche se dellaltra sponda. E da uomo di sport tira le orecchie ai giocatori della Lazio: « Potevano farla meglio... Credo, comunque, che qualche giocatore abbia sentito la pressione psicologica, temendo anche i gesti di qualche imbecille» .
Lironia, la romanità, il derby perenne: è la stessa chiave di lettura usata dallo scrittore Federico Moccia - « quello striscione oh noo.... racchiude tutto lo spirito romano » , spiega ma la vera zampata la piazza Gigi Proietti. « Augurarsi la sconfitta è un po come quel marito che si fa castrare per fare un dispetto alla moglie. Però fischiare Muslera perché parava era quasi tenero», racconta dopo aver incassato con sportività il controsorpasso. « Non farei mai il tifo contro la mia squadra, comunque il tifo è così, non cè razionalità. La Roma lo scudetto lha perso contro la Samp, che lInter potesse battere la Lazio era abbastaza prevedibile in ogni caso » .
« Dai tifosi devi aspettarti di tutto, i giocatori non hanno fatto bella figura » , spiega Linus, juventino doc, dai microfoni di radio Deejay. E a bacchettare i calciatori ci pensa anche Diego Abatantuono. « La gufata non puoi impedirla, ma è diverso. Una volta al bar si scherzava tra tifosi di squadre diverse, ora cè un clima non bellissimo. Lazio- Inter è però inquietante, anche dal punto di vista delle scommesse » . E poi cè limmagine del calcio italiano da difendere. « Raccontavo il nostro campionato agli inglesi, lì tirano sempre fuori le nostre pecche, in un calcio di professionisti certe cose non dovrebbero accadere », racconta Laura Esposto, milanista e volto femminile di Gnok Calcio Show. « Però avere la rivale in casa che vince lo scudetto... ». Già, il derby perpetuo. E allora nel calcio, come in amore, tutto è permesso.
Uno stadio contro. I tuoi tifosi che ti chiedono di perdere, senza troppi giri di parole. E un incastro di risultati scivolato via come un meccanismo ben oliato. Ci sarebbero tutte le attenuanti del caso per spiegare la serata dellOlimpico. Gli uomini di calcio guardano Lazio- Inter da unaltra prospettiva, quella del campo. Perché i tifosi saranno liberi di sperare nel risultato che gli va più a genio, anche una sconfitta, ma loro, i calciatori, hanno un codice da rispettare. Dando il massimo, sempre. La vecchia guarda è più intransigente, gli altri tirano in ballo la questione delle motivazioni. Ma almeno su una cosa sono tutti daccordo: la colpa è anche del turno di campionato spalmato su due giorni, di quella contemporaneità sacrificata in nome degli ascolti tv e limitata solo alle ultime due giornate.
Spillo Altobelli è uno che non le ha mai mandate a dire. E infatti: « Latteggiamento della Lazio? Dico solo che durante la mia carriera sono sceso in campo sempre cercando di dare il massimo. Qualche volta il mio contributo era tanto, altre volte era poco, ma limpegno era sempre al cento per cento » . Lo immaginate voi uno come Causio tirarsi indietro? Certo che no. « La lealtà in campo dve esserci sempre, non me la sento di condannare nessuno, però loro stessi, i giocatori, sanno se si sono comportati bene o male » , spiega
lex bianconero. Più diretto Beppe Furino: « Dopo un quarto dora ho cambiato canale. Il tifoso ragione in un certo modo, i giocatori non hanno dimostrato professionalità. Quando entravo in campo, io avevo una certa mentalità... » . Aldo Serena allarga lanalisi. « E stata una cosa brutta, ma è quello che avviene in tanti campi di calcio. Lede la sportività, mi aspettavo una partita vera, anche se i valori alla lunga sarebbero usciti lo stesso. Sicuramente sapere già i risultati ha influito » .
Appunto, la contemporaneità. Andrea Agostinelli, da ex calciatore e da allenatore, prova a spiegare quanto successo nella mente dei biancocelesti: « Alle sei del pomeriggio la Lazio ha saputo che era praticamente salva, dopo i sacrifici di un anno intero, con momenti bui. In quel momento ha avuto un crollo psicologico, di tensione. E poi, certo, latteggiamento dello stadio ha incentivato questa situazione » . « Serve la continuità », insiste Franceso Colonnese. « Le rivalità in Italia ci sono sempre state, al contrario il clima sarebbe stato lo stesso per la Roma. Però anche i calcoli ci sono sempre stati, li fanno tutti, ecco perché bisognerebbe giocare alla stessa ora ». E infatti, aggiunge Massimo Taibi: « Se lAtalanta avesse vinto, le motivazioni ci sarebbero state per la Lazio. Però non attacchiamo i biancocelesti, questa è la mentalità italiana » .




