Il sogno dura mezz’ora. Testaccio piange

17/05/2010 alle 11:20.

CORSERA (M. R. SPADACCINI) - Non era necessario chiudere la Ztl alle 15.30 (per motivi di ordine pubblico), nè comprare trenta bottiglie di spumante dolce (per la festa del Testaccio Roma club), né allertare uno spiegamento di polizia, vigili e carabinieri rimasti senza lavoro (e senza caroselli da governare) a piazza Venezia. La domenica da secondi in classifica, la giornata di «chi non finalizza il gioco», canterebbe contento l’interista Ligabue ha il sapore dolciastro dello spumante stappato a via Ghiberti, al Testaccio Roma club. I tappi saltano lo

Alle 17.01 l’Inter è campione d’Italia, un socio anziano non trattiene le lacrime, come una giornalista di una rete televisiva nazionale, lì per servizio e per passione, con la bandierina della Roma legata alla borsa per discrezione. Allora prima che lo sconforto prenda il sopravvento Sergio Rosi, presidente del club, si avvicina al frigorifero e tira fuori le bottiglie della festa. «Ragazzi si brinda lo stesso, siamo secondi mica ultimi», urla e stappa, distribuisce i bicchieri e versa. Ride, si sforza. «Siamo i migliori lo stesso, beviamo». Lo spumante è fresco, dolcissimo, ma questo pomeriggio non disseta. Perché le bandiere, gli stendardi enormi cuciti apposta per la festa «non succede... ma se succede», restano piegati sul tavolo sotto lo schermo.

«La verità è che non siamo perdenti, ma solo diversamente vincenti», dice una tifosa con la sciarpa stretta intorno al collo. È una freddura, ma sorridono in pochi, la ripete a denti stretti. Inutile prendersi in giro, non è una domenica come tante a Testaccio, c’è una aria mesta perché «non è successo», e il secondo posto consola fino ad un certo punto. Un gruppo di tifosi aspetta la fine della partita davanti alla vecchia sede del club, via Branca angolo via Cecchi, per scaramanzia dove erano nove anni fa. Ma questa volta i riti propiziatori non funzionano, «e l’unica consolazione è andare a prendere un cono da Giolitti a via Vespucci». Per rinfrescare e addolcire la bocca amara.