
IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - IL SOGNO continua. Ed è giusto così. Perché se lo meritano i tifosi della Roma, tutti, quelli che stavano ieri allOlimpico, quelli da casa, quelli che stanno in Norvegia piuttosto che in Australia. Perché se lo meritano i calciatori, che ieri per settanta minuti sembravano aver perso ogni speranza di vincere il campionato, ma poi negli ultimi venti minuti hanno riacceso il fuoco sacro che li ha portati fin dove sono arrivati. Perché se lo merita Claudio Ranieri, che ormai è lImperatore indiscusso di Roma e della Roma.
Ieri doveva essere il Totti day, e così è stato. Il capitano veniva dalla settimana forse più complicata della sua carriera, al centro delle polemiche come non gli era mai capitato. Ha reagito nel solo modo che conosce: con il cuore e con la sua romanità, oltre che con due gol. Che in totale fanno 14 in campionato in 22 partite, 192 in serie A e 245 in totale in carriera. Ne dovrà mangiare ancora di panini Balotelli prima di arrivare al suo livello. Si è vissuto in un clima irreale ieri pomeriggio per buona parte della gara. La Roma sembrava svogliata e senza stimoli, e come sia possibile quando cè uno scudetto in ballo è una cosa che entra di diritto nei misteri del calcio, il Cagliari quasi imbarazzato dalla squadra che si trova davanti. Quando segna Lazzari cala il gelo. LInter vince facile ma il Chievo si porta sul 4-3 e si profila una beffa che avrebbe davvero del clamoroso: non vincere sarebbe il modo sbagliato di chiudere una stagione che è comunque trionfale. Per fortuna cè Totti che rimette le cose a posto. E domenica tutti a Verona, con le orecchie e il cuore rivolti a Siena.