"Il mio Aleandro non s'è mai arreso, ha la Roma dentro"

18/05/2010 alle 11:26.

GASPORT (F. ODDI) - «Aleandro? Aleandro è della Roma, lo sanno tutti. Lo sapevano bene anche quelli dell’Inter, in particolare i laziali, come Materazzi e Pandev, ma ci hanno provato lo stesso a dirgli di fermarsi, qualche parolina sarà volata...». Vittorio Rosi è in attesa di sapere se è terminato il giro d’Italia del figlio, che nel 2007 ha lasciato Roma, Trigoria e la Garbatella per andare a farsi le ossa tra Verona — sponda Chievo — Livorno e Siena.

Futuro La società giallorossa ha ancora metà cartellino, e un contratto firmato fino al 2014: è andato bene, potrebbe tornare alla base, poteva tornarci da trionfatore se il suo Siena... «Se entrava quel pallone, nei minuti finali, a Roma glielo facevano un monumento. Peccato: Julio Cesar era fuori causa, Materazzi pure... E poi quell’altro cross, quello che è sfuggito dalle mani del , ma non c’era nessuno a raccoglierlo. Oltre ad un rigore, sempre su di lui, nel primo tempo, sullo 0-0: come hanno fatto a non darlo?».

Dinastia giallorossa Della Roma il figlio — che da bambino ha giocato pure nella Lazio, ma solo perché era ancora troppo piccolo per andare direttamente a Trigoria — della Roma il padre («Stavo a Siena, ma avevo un amico a Verona: mi ha fatto la radiocronaca via telefono»), della Roma tutti gli amici. «Lo avranno chiamato duemila persone in questa settimana, anche parecchi compagni. Di sicuro , ma non è stato il solo: lui è rimasto in buoni rapporti con tutti, con Mexes, Pizarro, Cassetti, il ... Tutti a chiedergli di metterci qualcosa in più: il Siena ha tenuto botta, ma per lui era ancora più facile. Anche per Curci: visto che parate che ha fatto? Peccato non sia servito: oggi (ieri, ndr) faceva 23 anni, abbiamo aspettato la mezzanotte per brindare. Ma con lo scudetto, sarebbe stato diverso».