IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Dal Colosseo allArena di Verona. Cambia città, non il protagonista, Francesco Totti. Sarà lui a guidare la Roma anche nellultimo tentativo di raggiungere lirraggiungibile. E non potrebbe essere altrimenti, anche se non è al meglio, anche se in settimana ha saltato qualche allenamento, peraltro concordato con lo staff tecnico per gestire il suo fisico. Ci sarà, stringerà i denti e darà tutto quello che ha in corpo.
E il modo migliore per andarsi a prendere gli ultimi tre punti di questo straordinario campionato è quell di affidarsi ai piedi del capitano. Non solo per il carisma, per quello che simboleggia, per la tranquillità che infonde a chi gli gioca attorno, ma perché, se cè da segnare, nessuno è meglio di lui. Chi meglio di uno che al Bentegodi è già andato a segno 4 volte, di cui 3 al Chievo? Ma il primo lo fece allHellas. In che anno? Quello dello scudetto. Chi meglio di Francesco che, anche in questa stagione in cui è stato frenato dagli infortuni, ha realizzato 14 gol in campionato in 22 partite, alla media di un gol ogni 130 minuti.? Quelli totali sono 1823, che gli sono bastati per essere il miglior marcatore (al secondo posto cè Vucinic con 13 centri). E nelle ultime giornate ha ripreso a trovare la porta con la stessa frequenza con la quale aveva iniziato quando tra campionato e coppa sembrava inarrestabile. Poi ci sono stati gli infortuni, ma dalla maledetta partita con la Samp ha ripartita la sua corsa. Un gol ai blucerchiati, uno al Parma, due al Cagliari. Che gli sono serviti per scavalcare Hamrin e per ortarsi al sesto posto della classifica dei migliori marcatori di tutti i tempi, allinseguimento del quinto posto di Roberto Baggio. Ma che soprattutto gli sono serviti per tenere in corsa la Roma per il grande sogno. Guidandola come un vero gladiatore, perché «Roma è la luce».