Grazie ragazzi

17/05/2010 alle 12:45.

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Roma vice campione d’Italia: un’impresa, considerata la brutta partenza di campionato. Ecco il pagellone della squadra di Claudio Ranieri, tra i più determinanti protagonisti del secondo posto, fatto di 80 punti.



ARTUR 4

Al suo attivo una sola presenza, prima di campionato in casa del , e tre gol sul groppone. Dalla domenica successiva dentro Julio Sergio e di Artur si sono perse le tracce. Senza alcun rimpianto. Non potrà mai essere uno da Roma.




ANDREOLLI 5

Otto presenze in totale, soltanto tre da titolare (l’ultima nel novembre dello scorso anno): a forza di dire che è un giovane e che deve crescere, sta diventando vecchio. La sensazione è che ci sia oppure no cambia poco, visto che non riesce a convincere nessuno, forse in primis se stesso.



BRIGHI 6

Quattro reti con alle spalle 23 presenze, non tutte dall’inizio alla fine. Il classico sesto uomo nel basket, un centrocampista multiuso e buono per tutte le stagioni. Non sarà mai un campione, ma non sarà mai neppure un bidone. Come si dice? Onesto professionista. Ecco, uno che si merita sempre lo stipendio. Il primo dei non titolari, a centrocampo.



BURDISSO 8

Ultimo arrivato in Casa Roma, addirittura la sera prima dell’esordio in campionato, l’argentino ci ha messo due minuti per conquistare la fiducia prima di Luciano Spalletti e poi di Claudio Ranieri, diventando - a suon di ottime prestazioni - un punto fermo della difesa giallorossa. E’ riuscito nell’impresa di mandare stabilmente Mexes in panchina, ha respinto con grinta al mittente le perplessità che avevano accompagnato il suo arrivo dall’Inter, ha segnato due gol. In campo è apparso spesso un condottiero, e non ha mai regalato qualcosa a qualcuno. La Roma ha in animo di confermarlo, ma la trattativa con Massimo Moratti non sarà facile. Anzi. Ranieri, però, lo vuole a tutti i costi (o quasi...).



CASSETTI 6,5


Nella storia del campionato che ci ha appena salutato, la sua rete da tre punti nel derby d’andata resterà scolpita a carattere cubitali. La perla di una stagione giocata non benissimo, ma neppure malissimo. Non ha mai dato l’idea di essere uno intoccabile, ma quando non c’era la sua assenza si è avvertita parecchio. Nel ruolo di esterno basso a destra, è stato quello che se l’è cavata meglio degli altri, nonostante quell’erroraccio contro la in casa. La qualità non è (non lo è mai stata) il suo cavallo di battaglia, ma in quanto a determinazione non ha mai lasciato a desiderare.




CERCI 5

Ha giocato da titolare soltanto due volte su nove presenze complessive. E, tutto sommato, non ha reso per quello che tecnico e soprattutto dirigenti giallorossi si aspettavano. I mezzi tecnici ce li ha, ma gli manca ancora la testa per giocare a certi livelli. Una mezza delusione, ma non più di tanto.



CICINHO 4

Prima di andarsene in Brasile, due presenze da panchinaro e troppe polemiche. Inutile. Dannoso, forse.



7

A giudicare dal numero dei gol a segno, sette, il suo campionato sarebbe da voto altissimo. In realtà, DDR non ha giocato ai suoi livelli, a quelli cioè che lo avevano portato ad esser titolare intoccabile nella Nazionale campione del mondo. Ha faticato più volte a diventare protagonista, a esser padrone della situazione, lì a centrocampo. Ma ha pagato il fatto di dover giocare sempre e comunque, nonostante problemi fisici di varia natura, e questo non può essere non sottolineato. Forse non è sereno, ma - tutto considerato - questo campionato non resterà tra i suoi ricordi belli, al di là del rendimento della Roma. Di certo, lui continuerà - giustamente - ad essere uno dei punti fermi della squadra giallorossa. Questione di cuore, e di fede.




DONI 4,5

Da titolare (infortunato) a riserva (senza infortuni): un passo all’indietro impressionante, sottolineato dalle sole sette presenze in campionato. Una delle quali, però, durata solo pochi minuti contro il Chievo. E in Europa League il brasiliano è andato addirittura peggio che in Italia. La tifoseria non lo vuole più vedere, lui non vuole più restare, la Roma non può far altro che cercare acquirenti.



FATY 5,5

Da lui non ci si poteva aspettare molto, quindi quello che ha dato è in linea con le sue possibilità e le attese della società. Confermarlo, però, significherebbe fargli del male: non è (ancora) da Roma.



GUBERTI 5,5


Cinque presenze (una sola per intero) senza infamia e senza lode, prima di essere trasferito alla Sampdoria in gennaio. Pagato zero euro, ha risposto con un rendimento ai limiti della sufficienza. Più di qua che di là.



JUAN 7,5

Impresentabile quando non stava bene; una colonna della difesa dopo aver trovato la soluzione a tutti i suoi problemi di natura fisica. Il brasiliano nei mesi passati ha dato più volte dimostrazione di classe e affidabilità, confermando tutte le cose belle che si sapevano sul suo conto fin dai tempi della Germania. E’ un leader silenzioso, ma nello spogliatoio si fa rispettare. Da tutti. Con Burdisso ha formato una coppia di assoluto valore, completandosi a vicenda con l’argentino. Peccato aver chiuso la stagione senza neppure un gol all’attivo.



JULIO BAPTISTA 5

Una delusione, e pure grossa, dopo una prima stagione romana ricca di tante cose belle, gol compresi. Il brasiliano è apparso costantemente in difficoltà sotto il profilo atletico e questo l’ha pesantemente penalizzato. Conferma improbabile assai...



JULIO SERGIO 8

La sua parata nel derby d’andata su quel tiro di Mauri è già leggenda. Il rigore respinto a Floccari nel derby di ritorno, invece, è entrato nella Storia della Roma. La sorpresa/rivelazione più bella della stagione. Tutto come in una favola, da destinato alla tribuna a titolare intoccabile. Rendimento molto alto e la fiducia di compagni e tifosi: ecco i suoi fiori all’occhiello. La Roma ha deciso di puntare su di lui anche per il futuro, e nessuno se la sente di criticare l’operato della società.




6

Due presenze da panchinaro, sei punti per la Roma. Se non altro, porta bene. E para pure bene. Un colosso dello spogliatoio, oltre tutto.



MENEZ 6,5

Mezzo voto in più in funzione futuro, senza dimenticare il passato. Per lunghi tratti (mesi...) inutile, in altre circostanze è stato letale. Ma sempre con poca continuità. Ha le qualità per non esser secondo a nessuno, ma non le ha mai messe in mostra fino in fondo. Dopo il feroce chiarimento con Ranieri, però, il suo rendimento è vistosamente aumentato. Solo che segna poco, troppo poco...



MEXES 6

Un po’ per colpa sua, un po’ per colpa di Burdisso non è stata per Phil una grande stagione. Quando è stato impiegato non ha commesso errori vistosi, tali da far gridare allo scandalo, ma non ha mai dato la sensazione di poter garantire alla difesa la necessaria copertura. Alcuni lampi (tipo Firenze), parecchie ombre. E’ stato riserva leale, non ha mai disturbato il lavoro altrui. Impeccabile, sotto questo aspetto. Le sue lacrime alla fine di Roma-Sampdoria valgono più di mille baci alla maglia, e meritano grande rispetto.



MOTTA 5

Alla prova dei fatti, non ha confermato tutte le belle cose che si dicevano sul suo conto alla fine della passata stagione. Lacunoso assai in fase difensiva, non ha mai brillato neppure in fase offensiva. E se ha giocato poco, un motivo ormai c’è. Ed è pure chiaro.



OKAKA 6

Ha segnato in Europa League, anche contro il suo Fulham; ha segnato in campionato, con quel meraviglioso colpo di tacco da tre punti contro il Siena. Il suo l’ha fatto tutto. O no?



PETTINARI ng

Tre indimenticabili minuti contro l’Udinese, oltre agli spiccioli di Sofia. Alla prossima.



PERROTTA 7,5

A fine agosto sembrava finito, spento, svuotato: è bastato l’arrivo di Ranieri sulla panchina della Roma per farlo tornare pimpante, tonico, arrembante, graffiante. Ha dato il massimo da mediano, da esterno e da trequartista; ha fatto anche il terzino; ha giocato a destra e a sinistra; ha segnato (5 gol) e fatto segnare. Utile. Quasi indispensabile.



PIZARRO 8

Il professore della Roma. Una maestro di calcio. Un esempio di professionalità. Un centrocampista completo, bravo in interdizione e bravissimo nel far girare la palla e imbeccare il compagno in verticale. Se segnasse con maggior frequenza, sarebbe tra i primi centrocampisti in assoluto. E’ il giocatore che più di tutti manca quando non c’è. Senza di lui, la Roma non sarebbe stata la stessa. Uno come lui potrebbe trovar spazio in qualsiasi top team mondiale. Il metronomo della Roma; il manovratore del gioco: quante se ne sono sentite? Tutte giuste, però. Deve solo smetterla di tirare i rigori...



PIT ng

Due presenze, prima del passaggio alla Triestina, con la chicca dell’assist per Okaka-gol contro il Siena. Ma non è da Roma.



RIISE 8

Uno spettacolo di serietà, innanzi tutto, e di affidabilità. E pensare che Spalletti in estate voleva cederlo e che Ranieri lo ha fatto cominciare, Siena ricordate?, tra le riserve. Il Freccia Roscia della Roma ha via via devastato la corsia di sinistra, ha segnato gol importanti (quello alla su tutti, 5 in totale), ha strappato applausi, ha stregato la gente che adesso lo adora. E’ migliorato, con Ranieri, in fase difensiva; quando attacca è una specie di macchina da guerra. Uno dei punti di forza della stagione romanista.



TADDEI 6,5

Alti e bassi, luci e ombre. Come sempre, il brasiliano ha dato il meglio di sè solo quando stava bene da un punto di vista atletico (vedi la seconda parte della stagione): la tecnica per stupire non gli manca, ma spesso non riesce ad azionarla. Ranieri l’ha provato anche da esterno basso, con risposte alterne.



TONETTO ng

Annata complicatissima: tanti infortuni, pochissime presenze. Lui, il T Max, alla Roma aveva già dato tutto in passato.



TONI 6,5

Un avvio schioppettante, poi la lenta discesa verso il basso. Onestamente, al di là della rete da sogno firmata contro l’Inter, da lui ci si aspettava qualcosa di più. Rendimento sufficiente, ma accompagnato da tanti punti interrogativi legati al suo futuro nella Roma. Nella Roma?



TOTTI 8

Quattordici gol in campionato, undici in Europa League, 245 in totale e tutti con la maglia del cuore. E pensare che per mesi e mesi non si è visto neppure in panchina... Sarà pure un nonnetto, come sostiene Balotelli; sarà buono ormai solo per gli spot pubblicitari, come malignano i suoi nemici; sarà pure a due passi dal capolinea, come dicono gli invidiosi ma il capitano, anno dopo anno da tanti anni, ha un posto fisso sul podio della stagione. Non andrà ai mondiali in Sudafrica, ma in vacanza con la famiglia: la speranza è che, a ferie esaurite, abbia ancora voglia di stupire e di produrre calcio e emozioni tinte di giallo e rosso. Con 14 reti, è per la sesta volta consecutiva il miglior bomber della Roma in campionato.



VUCINIC 8


Un avvio di stagione da dimenticare, al punto di essere addirittura fischiato dopo aver segnato un gol (Roma-), poi una risalita vertiginosa fatta di gol e di tanti, piccoli gioielli tecnici. Indimenticabile la doppietta rifilata alla Lazio nel derby di ritorno, ad esempio. E’ il re dei gol pesanti, quelli da tre punti. Ha le potenzialità del fuoriclasse, non ancora la forza mentale per esserlo. Ma da quando la sua compagna gli ha rivelato di aspettare un bambino, Mirko è sembrato un uomo, non più un ragazzo. Tra campionato e coppe ha segnato 19 reti, e nelle vesti di rifinitore ne ha propiziate almeno una decina. Meglio da seconda che da prima punta, ma quando c’è stato da scegliere Ranieri non ci ha pensato più di un secondo: Mirko dentro, Toni o fuori. Insieme con con 14 reti è il miglior cannoniere in campionato della Roma.




RANIERI 8

E’ stato tutto (o quasi) merito suo. Un solo rammarico, da parte dei tifosi della Roma: è arrivato troppo tardi sulla panchina della Roma. A parità di partite, ha conquistato due punti più di Josè Mourinho.