Dai romanisti no alla tessera

27/05/2010 alle 12:17.

CORSPORT (P. TORRI) - Il primo atto è datato 14 agosto 2009, quasi un anno fa. E’ questa la data della prima circola­re del Ministero dell’Interno, fir­mata dal ministro Roberto Maroni, in cui compare la tessera del tifoso. Doveva essere operativa già per il passato campionato, ma poi fu fat­ta slittare, per oggettiva mancanza di tempo, alla prossima. E, di fatto, qualche mese fa, la circolare è sta­ta fatta propria anche dalle nostre società che, prima o dopo, dovran­no attenersi alle disposizioni mini­steriali, anche hanno un piccolo margine operativo su come e quanto at­tenersi.



GIA’ ADOTTATA - C’è già chi l’ha fatto. Tra queste la Roma che è stata tra le primis­sime a varare la sua tessera, l’As Roma Club Privilege che, dalla prossima sta­gione, sarà indispen­sabile per poter fare l’abbonamento e se­guire la squadra in trasferta. E qui sono nate le prime bocche storte da parte di una buona parte del­la tifoseria giallorossa che ritiene, con qualche ragione, che questo ti­po di tessere, una specie di banco­mat, siano un modo occulto, poi neppure tanto, di schedare i tifosi.



LE OBIEZIONI - La decisione di va­rare questo tipo di tessera nasce con l’obiettivo di migliorare la si­curezza pubblica. Perché per po­terla avere ci deve essere il nulla osta della , come per il passaporto o il porto d’armi. I tifo­si giallorossi contestano in primo luogo l’obbligatorietà di questa tes­sera per poter fare il loro abbona­mento allo stadio e seguire la squa­dra in trasferta, quello che hanno fatto da sempre, come per esempio è accaduto nelle ultime tre trasfer­te di campionato quando, comples­sivamente,
si sono mossi dalla capi­tale circa cinquantamila tifosi.

La tessera Privilege della Roma è il frutto di un accordo tra la socie­tà giallorossa e la Lottomatica (che utilizza il circuito Visa). E’ una tes­sera ricaricabile che si può utilizza­re per acquistare l’abbonamento, i biglietti per le partite, il merchan­dising.



IDENTIFICAZIONE A DISTANZA - Ma la cosa che è piaciuta di meno di que­sta novità che non può non essere considerata un’autentica rivoluzio­ne (per esempio non ci saranno più i bi­glietti cartacei, una brutta notizia per i collezionisti), è che questa tessera ro­manista usa una tec­nologia denominata Rfid, Radio frequen­za identificazione a distanza. Che vuole dire poter essere sempre identificati in qualsiasi posto uno stia. Per capirci: questo tipo di tecno­logia viene usata ne­gli aeroporti con le valigie per sapere dove si trovano in caso di smarri­mento oppure anche da parecchi musei che la inseriscono nei qua­dri nel malaugurato caso venissero rubati. E questo, indipendentemen­te da qualsiasi altra considerazio­ne, è qualcosa che oggettivamente limita la privacy a cui ha diritto qualsiasi cittadino.

A tutto questo una buona parte dei tifosi romanisti ha risposto ne­gativamente. Anche perché la tes­sera del tifoso è stato decisa senza neppure conoscere il parere di chi fa l’abbonamento e segue la squa­dra in trasferta. E’ proprio così im­possibile discuterne?