GASPORT (M. CECCHINI) - L«indignazione» del capo della Polizia, Antonio Manganelli, ha partorito un ordine tagliente: tutti a casa. Un ordine che è una sorta di avviso ai naviganti del calcio italiano: chi sperava che il caso De Rossi - cioè la sua critica allintroduzione della tessera del tifoso e la virtuale equiparazione fra teppismo ed eccessi delle forze dellordine - fosse chiuso con le scuse del centrocampista azzurro, si è sbagliato. Il Ministero dellInterno vuole sradicare qualsiasi ritrosia del nostro pallone allintroduzione delle nuove norme per le frequentazioni degli stadi e così, per capire meglio i contorni del problema, già mercoledì sera ha richiamato a Roma dal Sestriere il capo della sicurezza della Nazionale, Roberto Massucci, e i suoi collaboratori Nazareno Minniti e Alfredo Matteucci, che già ieri hanno avuto un vertice al Viminale.
Sicurezza garantita Premessa dobbligo: la comitiva azzurra continua ad avere tutte le condizioni di sicurezza consuete, garantite dalla Questura di Torino, il comando dei Carabinieri e anche reparti di alpini. Il messaggio di Manganelli, infatti, è squisitamente politico. Una sorta di ritiro degli ambasciatori per far capire al mondo del calcio - a partire da quello di vertice rappresentato dalla Nazionale - che non si accetteranno passi indietro, nonostante i mugugni non manchino (vedi Zamparini).
Lippi raccomanda Detto che Massucci e i suoi con tutta probabilità si riaggregheranno alla Nazionale già dalle amichevoli di Bruxelles o Ginevra (3 e 5 giugno), il quadro che si sta delineando assume contorni inquietanti. Tanti calciatori - si sussurra - forse perché male informati dai club, forse perché desiderosi di fare da cassa di risonanza agli ultrà, sono anche loro contrari alla tessera del tifoso. Non a caso ieri lo stesso Marcello Lippi, a pranzo e prima dellallenamento, ha raccomandato ai suoi ragazzi prudenza (o meglio, silenzio) nelle interviste. Ogni dribbling, però, sembra sottendere più la voglia di non scontentare c.t. e Federazione che reale adesione al provvedimento. «È un argomento che va preso con le pinze, altrimenti si rischia di dire cose spiacevoli», ha detto ieri Cassani. «Preferirei non parlarne - ha aggiunto Buffon - per non creare tensioni inutili o aprire casi che non farebbero bene al gruppo». Proprio vero, soprattutto dopo che il presidente Abete mercoledì è intervenuto in prima persona per rimettere in riga De Rossi. Ma il problema non è solo il centrocampista. I vertici della Polizia infatti ricordano altri episodi di contrasto alla tessera: dalla maglietta esposta da Palombo (Samp) a Marassi alle parole di Totti di due giorni fa a Trigoria. E la domanda della polizia è solo una: i club che cosa fanno per evitare tutto ciò? Forse troppo poco, anche per una sorta di pavidità nei confronti del mondo ultrà.
Caso Roma Adesempio anche ieri a LAquila, durante lamichevole della Roma, non sono mancate le proteste contro la tessera da parte dei tifosi, tantè che sul caso De Rossi ieri è intervenuto anche Ranieri. «La tessera? Ci sta, bisogna farla. Nessuno vuole incidenti, ma bisogna rivedere qualcosa. Abbiamo portato migliaia di tifosi a in trasferta, e una ricchezza che non si può perdere». Vero, ma il Viminale non ammette più marce indietro e neppure resistenza passiva. Ne va della sicurezza dei cittadini ed anche dellimmagine dellItalia. Istruzioni per luso: il tifo violento non rappresenterebbe neppure un bel biglietto da visita per un Paese che rincorre la candidatura olimpica di «Roma 2020». Perciò sarebbe sciocco non correre subito ai ripari.