
IL ROMANISTA - IL 5 MAGGIO 1948 lItalia repubblicana ebbe per la prima volta il suo emblema. La Roma, invece, il suo simbolo ce lha sempre avuto, dal 27 settembre 1976. E oggi sarà ancora lui a guidare la squadra verso quella Coppa Italia che lo farebbe diventare il romanista più vincente di sempre. Ci tiene tanto, Totti, probabilmente come non mai. Perché sa che la Roma ha disputato una grandissima stagione e (almeno) un trofeo sarebbe il giusto riconoscimento.
In questa settimana Totti si è allenato bene. A Parma ha disputato una partita di altissimo livello e non aspetta altro che replicare. Anche per avere sulla maglia il prossimo anno, oltre alla coccarda, quella stella dargento che nessuno potrebbe più togliere alla Roma. Per lui sarebbe la terza coppa Italia, un trofeo che ha sempre considerato importante anche perché, disse nel 2003, «vincere aiuta a vincere». Già: è sempre stato così per tante squadre, per la Roma ancora di più, visto che la Roma di Falcao iniziò i suoi anni doro proprio con due coppe nazionali e anche quella di Spalletti, tanto per citare gli esempi più recenti. Questanno poi Francesco non ha mai segnato in Coppa e loccasione per gonfiare la rete è perfetta. Davanti ai suoi tifosi, che anche in Emilia gli hanno dimostrato tutto il loro amore. Davanti a Mourinho, che ieri ha pensato bene di provocare tutto il mondo giallorosso, e ai suoi giocatori, i rivali di questi ultimi anni. Davanti a Lippi, con cui, tra qualche giorno, potrebbe prendere una decisione importante. Andare in Sudafrica, per difendere quel titolo mondiale conquistato quattro anni fa anche grazie - è sempre bene ricordarlo - al suo rigore decisivo contro lAustralia. Un pallone che scottava, una responsabilità enorme, un Paese (Roma esclusa) pronto a massacrarlo se avesse sbagliato. Ma, allora come oggi, cera la storia da scrivere. E Totti, come sempre, si è fatto trovare pronto. Anche stasera sarà così.