CORSPORT - La felicità: ecco il filo conduttore di Adriano, dal suo ritorno in Brasile, dall'Italia, al percorso inverso. Ieri, in dossando polo fucsia e jeans, sorridente, felice, ha salutato la società e i tifosi che l'avevano accolto un anno fa, ridandogli la gioia di giocare a calcio. Perchè l'Italia? «Ho giocato sette stagioni lì. Mancava qualcosa per cancellare il ricordo di quello che avevo fatto, è stato questo il motivo per cu
Perchè l'Italia?
«Ho giocato sette stagioni lì. Mancava qualcosa per cancellare il ricordo di quello che avevo fatto, è stato questo il motivo per cui ho deciso di tornare».
Nessun dubbio?
«È stato tutto pensato molto bene. Sono felice della scelta che ho fatto».
Un ritorno dedicato a qualcuno?
«Dovevo tornare in Italia per rispetto. Per me questa decisione è importante. Ho ancora un debito, per tutto quello che hanno fatto per me. Devo questo ritorno al popolo italiano».
La felicità del ritorno, ma il Flamengo?
« Qui sono stato molto bene, qui ho trovato la felicità, lasciare questo club mi rende un po' triste, amareggiato».
Forse perchè ci sono state incomprensioni, problemi per andare alla Roma?
«No, assolutamente, niente di tutto ciò, questo club mi ha accolto, come ne posso parlare male. Sto parlando con tutti, me ne vado in maniera amichevole. Qui sono stato felice».
Un addio definitivo?
«Ho appreso molto qui, sono maturato. Un giorno tornerò per chiudere la mia carriera, anche perchè non potrebbe essere in un altro modo, altrimenti mia nonna mi ucciderebbe. Difficile dare l'addio al Flamengo, un po' di emozione la sento».
Ma Adriano è cambiato?
«So che devo ringraziare tutti per questa nuova opportunità che ho avuto. E un grazie alla Roma che mi ha dato fiducia ».
Decisione ponderata?
«Pensata molto, d'altra parte la Roma sono sei mesi che mi inseguiva. Mi è piaciuto il progetto».
Tornare a giocare in Italia vuole an- che dire maggiore impegno, con i giallorossi non si possono saltare tredici allenamenti come è successo con il Flamengo.
«Sono preparato per questa routine di responsabilità».
Cosa dovrà fare Adriano?
«Non voglio ripetere alcune cose che sono successe in passato. Parlo della mia vita, non ho problemi a dirlo anche perchè non mi pento di nulla. Devo sempre maturare e la Roma mi ha dato questa nuova opportunità, sapendo perfettamente tutto quello che avevo fatto qui».
Tutto a posto con la Roma?
«Sono un giocatore giallorosso al 90%, parlerò con il presidente il 6 giugno, per definire la trattativa. Quello che mancano sono solo alcuni dettagli. Sono felice di essere chiamato Imperatore e di giocare in una città come Roma, conosciuta come la città degli imperatori».
In Italia non sarà solo...
«No, perchè con me verrà la mia famiglia e mio figlio. Con il Flamengo ho ritrovato la felicità, ora torno perchè devo tanto all'Italia. Adesso sono davvero molto contento della decisione presa, spero di esserlo ancora di più quando sarò a Roma».
Alla Roma troverà un grande campione come Totti.
«Non mi sento alla sua altezza, ma darò il massimo per far sì che la Roma continui a essere una grande squadra, vo- glio dare il mio contributo per aiutare a vincere lo scudetto. Con Totti ho già parlato per telefono e spero proprio che assieme si possa fare molto. Spero anche che mi passi molto la palla, giocare con lui vicino è un sogno che si realizza».
Quale è stato il motivo principale che l'ha spinta alla Roma?
«Non sono stati i soldi, mi ha colpito il progetto, l'idea, voglio vincere con questa nuova squadra. Ho parlato con i dirigenti. Già dall'anno scorso il club aveva fatto un progetto per me e io ci stavo pensando. Mi hanno concesso la loro fiducia, spero di poter restituire qualche cosa presto».
Anche nell'anno passato con il Flamengo non sono mancate le polemiche fuori dal campo.
«Quando hai un nome, quando diventi famoso, diventa difficile poter fare le stesse che cose di una persona normale. Le critiche ci saranno sempre, dicono anche tante cose non vere. Sul momento me la prendo, poi mi passa e questo farà sempre parte della mia vita. L'importante è la mia famiglia. La gente cade per imparare a rialzarsi».
In campo cosa è successo? Dopo la conquista del Brasileirao quest'anno ci si aspettava di più.
« L'anno scorso è stato tutto positivo. Quest'anno non è stato come avrei voluto, si poteva cominciare la stagione in un modo migliore. Mi sarebbe piaciuto molto vincere il Carioca e qualificarmi per le semifinali della Libertadores. Ma non sono stati questi risultati a farni decidere per la Roma, i giallorossi mi volevano dall'anno scorso».
E la delusione per non essere ai Mondiali?
«Era la mia ultima possibilità, ma non tiferò contro, ho molti amici lì. Pensavo di essere chiamato perchè Dunga mi aveva sempre detto che non importava quello che facevo fuori dalla Seleçao. Lì ho svolto sempre il mio lavoro, ho avuto una regolarità molto buona. Certo mi ha dato fastidio non essere convocato, ma la vita continua, d'altra parte anch'io ho dato dei motivi per essere escluso».