CORSPORT (F.ZARA) - Solo andata? No, facciamo anche il ritorno. Ariec coli. E' la nuova tendenza, il trasferimento ad elastico: tira, tira, tira, poi molla. Se torniamo in sieme ci sarà un perchè. Il fu Imperatore Adriano cercherà a Roma di ripigliarsi lo scettro perduto da qualche parte, in qualche notte sbagliata. Ci man cava, gli mancavamo. Non è il primo, non sarà l'ul timo. Partiti, salutati, qualche volta rimpianti, in fine tornati: Milito, Samuel, Muntari, Beckham, Seedorf, Mutu, Bojnov, Crespo e tanti altri.
Gennaio 2004: Milito al Genoa. Un anno e mezzo, poi ciao a tutti. Saragozza. Passano tre stagioni, alla tenera età di 29 anni Milito torna: di nuovo Genoa, poi Inter. Ci scappano, li riprendiamo. Samuel alla Roma: The Wall. I muri cadono, il Real chiama. Ma non dura. Dopo un anno, riecco Samuel in Italia. Chi se lo ricorda, Seedorf a 19 anni? Stava alla Sampdoria, si piastrava le trecce, giocò una stagione alla grande. Ce lo fregò il Real Madrid, pure lui. Tornano sempre, però. Basta aspettarli: da un- dici anni Seedorf gioca nel nostro campionato, e chi lo muove più?
C'è chi fa toccata e fuga, come Muntari. Cinque anni all'Udinese, poi in Inghilterra, per via della fidanzata, la bellissima ex Miss Ghana Menaye Donkor, che vuole la dimensione internazionale perché il giro in centro a Udine lo fai in cinque minuti, fermandoti davanti alle vetrine, e dopo che si fa? Cinque anni di contratto con il Portsmouth, 12 milioni di euro: credici. Un anno, poi Muntari prende il volo Londra-Milano. Si fa presto a cambiare idea. Beckham e il Milan, per esempio. Un po' a San Siro, un po' a Los Angeles. A Mutu l'estero ha fatto male. Chelsea significa il pasticciaccio brutto della cocaina. Meglio da noi. Vanno, si perdono. Non si riconoscono più. Gli serve lo specchio del made in Italy. In due anni al Manchester City Bojinov ha giocato la miseria di undici partite. Mica per colpa sua: stava sempre in infermeria. Dal 1996 ad oggi Crespo ha fatto due volte il salto (Chelsea), ma poi si è pentito. Alla fine di un viaggio, c'è sempre un viaggio da ricominciare.
Una volta erano di più gli italiani che partivano per l'estero e non si voltavano indietro: Vialli, Zola, Di Matteo. Ora si colma la distanza con una clausola non scritta. Se mi stanco, ci rivediamo. Toni in Germania, Cassano in Spagna, De Sanctis tra Siviglia e Galatasaray, Di Vaio tra Valencia e Monaco, il biennio di Zambrotta a Barcellona, l'annata di Zaccardo scudettato con il Wolfsburg. Un giorno gli viene la malinconia. Il procuratore fa un prefisso italiano. Te la ricordi la strada del ritorno? Come no. Figliolo, sii prodigo.