Vucinic. Zitti, tira Mirko La Roma rivede il grande Ago

20/04/2010 alle 11:33.

GASPORT (A. CATAPANO) - Il pallone era appena finito in rete, Mirko era già arrivato sotto la Sud. Luca ha preso il telefono e ha mandato un messaggio a Marisa: «Mamma, ho rivisto Ago». Luca era al pub con gli amici. L’impressione è stata immediata. «La rincorsa, il tiro secco. Poi, rivedendola qualche differenza l’ho notata, ma lì per lì ho pensato che nella punizione di Vucinic ci fosse qualcosa di Ago, sicuramente». Luca Di Bartolomei, 27 anni, figlio di Agostino, Capitano campione d’Italia nel 1983. Luca è tifoso della Roma da quando Ago lo portava allo stadio. «C’è un’atmosfera magica intorno alla Roma, incrociamo le dita...».



Sassata e carezza Le storie di calcio, per come le racconta Soriano, sono ricordi e speranze. Così, Mirko ricorda Ago quanto Julio Sergio, l’altro eroe del derby, ricordi Franco Tancredi, entrambi pararigori. I due si sono incontrati per caso dieci giorni fa, a Roma. Mai visti prima. Un segno, forse. E del resto nel rigore parato a Floccari anche il popolare Carlo Zampa, con simpatica megalomania romanista, ci ha visto una «mano del cielo». Le storie di calcio sono tanto affascinanti anche perché mettono insieme potenza e dolcezza. Così, la sassata di Mirko arriva al cuore di Luca come una carezza.

Toccalo E baci, abbracci, pacche sono le dimostrazioni d’affetto che i tifosi rivolgono a Vucinic. Il romano è fatto così: quando vuole trasmettere il suo bene, cerca il contatto fisico. Lo dice anche un’espressione popolare: « Te posso tocca’? ». Ieri Vucinic è stato toccato in via Condotti, dove stava passeggiando con la compagna Stefania, incinta. Di questo passo e con questi ritmi, finirà come , che da anni non si può più permettere una «vasca» in centro senza essere assalito. Uomo scudetto Mirko, che domenica giocherà la duecentesima gara in A, ha preso per mano la Roma sei mesi fa e non l’ha mollata più. È un mostro di talento e di continuità. E un calciatore completo. Vucinic sta alla Roma di Ranieri come Delvecchio e Montella a Capello: si fa il mazzo del primo e segna i gol del secondo.

 È cresciuto anche in personalità: domenica ha tolto il rigore a Pizarro e la punizione a Riise. « Scansateve ». Con la doppietta alla Lazio, è arrivato a 13 gol in campionato, 18 stagionali, record con la Roma. Peccato che nel contratto non abbia inserito premi legati ai gol. Li vietò Spalletti, convinto che con quelli sarebbe diventato troppo egoista. Luciano certe sfumature non le sapeva cogliere.