Tutti a cena. E' qui la festa

20/04/2010 alle 09:43.

IL ROMANISTA (L.PELOSI) - Dice che non è mica necessario andare a cena tutti insieme, essere tutti amici. Chi lo dice magari pensa al fatto che la storia del calcio è pie- na di squadre che hanno vinto senza che i giocatori si salutassero tra loro. Però magari chi lo dice non è della Roma e magari non ha visto i cocci di una squadra rimettersi insieme proprio andando a cena tutti insieme e vincere 11 partite consecutive

E non era solo lì, dato che i brasiliani hanno preferito festeggiare per conto loro e qualcun altro, come Ranieri, è rimasto in famiglia. L’importante, in fondo, era seguire la raccomandazione di Julio Sergio: «L’importante ora è che mangiamo bene, dormiamo tanto e recuperiamo per la Samp». Seguita la raccomandazione, poco dopo la mezzanotte i giocatori sono usciti. Da lì a mettersi in moto per arrivare a casa, poi, è stata tutta un’altra storia, una storia di cori, canti, abbracci, fotografie. Una storia suggellata dal gesto di battaglia di Toni che, salito sulla macchina di , ha tirato fuori dal finestrino una finta ascia di guerra. Metti una sera a cena la Roma all’Aventino. Metti i giocatori proprio lì dove stavano nove anni fa per lo scudetto oppure 5 anni fa per riprendersi da una crisi. E’ sempre la stessa cosa, è sempre la Roma che trova la sua forza dentro se stessa. Mettili poco prima sotto la , tutti contenti allo stesso modo, dalla riserva che non gioca mai ai "capitani" che sono stati sostituiti, fino ai protagonisti della partita. Immaginali tra un mesetto a cena tutti insieme. Dice che... «Non succede, ma se succede...» Lo dicevano anche loro ieri a tavola. Se succede li troverete a cena insieme, chissà forse proprio là dove nacque la squadra di Spalletti, tra San Saba dov’è nato Ranieri e Testaccio dov’è nato il mito della Roma.