Totti: «Noi ci crediamo. La mia Roma vince per i tifosi»

30/04/2010 alle 11:59.

CORSPORT (F. TOTTI) - La semifinale di Champions di mercole­dì sera tra Barcellona e Inter per certi versi ha rispecchiato un po’ tutto quello che può avvenire in un incontro di calcio. Al momento del sorteggio l’Inter veniva data, a giudizio di tutti, quasi spacciata. Ma poi in campo nelle due partite di anda­ta e ritorno ha dimostrato di meritare la qualificazione contro il club campione del mondo e d’Europa. Il Barcellona è forse la squadra al mon­do più organizzata sotto l’aspetto della fa­se offensiva, con grandissimi campioni e che ha la sua punta di diamante in Messi. L’Inter dal canto suo esprime il massimo della fisicità che una squadra di calcio può avere, ha dimostrato che nel calcio tutto è possibile.

Per più di un’ora l’Inter ha gio­ senza uno dei suoi punti di forza, Thiago Motta, ma con la grinta, la forza, l’organizzazione difensiva che le hanno permesso di respingere gli attacchi dei tanti campioni del . Tutto que­sto in un ambiente particolarmente caldo, con il quale la squadra italiana ha dovuto convivere dal momento del suo arrivo in Spagna. Pensate solo se tutto questo fosse accaduto in Italia, quante polemiche ci sa­rebbero state. E’ importante questa vittoria per il cal­cio italiano, ma soprattutto perchè stiamo vivendo un momento in cui i tifosi hanno perso in alcuni casi unità d’intenti con i giocatori.

Il tifoso dovrebbe pretendere giustamente sempre il massimo dell’im­pegno, il massimo dell’applicazione per cercare di vincere ogni partita, senza con­siderare mai il valore dell’avversario. Questa unità d’intenti tra noi e i nostri ti­fosi non è mai venuta meno. Da parte no­stra c’è sempre il massimo impegno per onorare la maglia e dare il massimo sul campo. Sempre, in tutte le occasioni, cer­cando di portare la nostra squadra sem­pre più in alto nelle posizioni di classifica che le competono per la storia, le tradizio­ni e soprattutto per le caratteristiche che la nostra proprietà ci ha sempre trasmes­so. Forse da altre parti non è così.

Noi en­triamo in campo per giocare e per regala­re ai nostri tifosi novanta minuti di soddi­sfazioni. La qualità del nostro gruppo si sintetizza in Mexes. Oltre che un grande calciatore è un amico e un grande profes­sionista, si è dimostrato attaccatissimo a questa à, a questa squadra, di cui è si­curamente tifoso. Il nostro campionato finora è stato pro­babilmente da sogno. Siamo partiti malis­simo e ci siamo ritrovati in testa alla clas­sifica e comunque nel girone di ritorno sempre nelle prime posizioni.

Ora non dobbiamo mollare e dobbiamo crederci, pur restando consapevoli di tutte le diffi­coltà che andiamo a incontrare, ma queste fanno parte del gioco. Certo, la sconfitta con la Samp non ci voleva proprio, soprat­tutto per come è maturata, dopo un primo tempo spettacolare, con tante occasioni da gol. Ora dobbiamo guardare avanti, senza pensare a quello che accade, il nostro do­vere è quello di cercare di vincere e poi vedere quello che succede, anche se la partita chiave credo che sia Atalanta-Bo­logna, perchè la Lazio, giocando in serata, avrà la possibilità di conoscere il risultato in anticipo e potrà sapere se le sue chan­ce di salvezza saranno minori o maggiori. In questo periodo ho letto tante dichiara­zioni da parte di tutti nei miei confronti. Nella mia carriera ho sempre preferito far parlare i fatti e aspettare che questi matu­rassero. Guarderò tutto con maggiore at­tenzione nello svolgimento delle prossime partite, nelle direzioni arbitrali, come già ho fatto in precedenza, sia quando ho gio­ che quando sono rimasto fuori per in­fortunio.



Restare in silenzio non vuol dire non vi­gilare su quello che accade in campo, an­che quei particolari che soltanto chi gioca può cogliere nel corso di una partita. Mi sono venuti in mente tante vicende e mo­menti vissuti negli anni scorsi, quando il presidente Franco Sensi, in alcune intervi­ste o anche nei colloqui privati tra noi, aveva parlato di alcuni episodi che sareb­bero accaduti e puntualmente tutto ciò nel corso del tempo si è avverato. Come? Ba­sta andare a riascoltare alcune vecchie in­terviste o conferenze stampa, per le quali sia io che il presidente siamo stati sanzio­nati e deferiti, ma poi si è verificato esat­tamente quello che noi avevamo previsto.

Ma andiamo avanti, chiudiamo queste partite con passione, spirito di sacrificio e professionalità. Ricordo a tutti che qual­siasi vittoria ottenuta con la maglia della Roma lascia un segno indelebile nel cuo­re e nella mente. Penso che questo sia l’unico vero motivo per crederci fino alla fine.

Anche in questa trasferta a Parma sare­mo accompagnati da tanti nostri tifosi. Lo­ro ci hanno chiesto sempre la vittoria e questo li fa rendere unici come la squadra per la quale sono tifosi. Sono sempre stati da stimolo per le nostre vittorie... e solo per le nostre vittorie.