Toni, bomber in ribasso rischia ancora la panchina

16/04/2010 alle 09:36.

CORSERA (D. BERSANI) - Ha deciso il big-match con una girata vincente, mirabile sintesi di prontezza e precisione. Era il 27 marzo, era il quinto gol d’autore in nove partite, il più pesante dopo il mese e mezzo trascorso in infermeria per curare l’infortunio al polpaccio, quello che aveva proiettato Luca Toni e la sua Roma a un solo punto di distacco dall’Inter. Oggi, a distanza di tre settimane, il centravanti modenese non ha la certezza di giocare la partita che, probabilmente, deciderà il campionato. Cos’è successo nel frattempo? Perché Toni rischia la panchina nella squadra capolista? Non ci fosse uno scudetto in palio, si potrebbe azzardare l’ipotesi che la società giallorossa voglia tenere a riposo forzato il

Claudio Ranieri sta studiando la formazione iniziale da opporre alla Lazio e magari inciderà nella sua decisione il risultato di stasera aMilano ma, al netto di qualsiasi altra valutazione, sarà determinante l’assetto tattico di partenza da utilizzare in una sfida così delicata. sembra avere il posto garantito ed è un problema sostituirlo anche quando mancano pochi minuti alla fine delle partite.

Con i suoi dieci gol pesanti realizzati nelle ultime quattordici gare disputate, l’altro «intoccabile» è senz’altro Mirko Vucinic: forse l’artefice principale della rincorsa romanista alla vetta della classifica, soprattutto quando il reparto avanzato era a corto di soluzioni. In questo quadro non va trascurato anche Jeremy Menez, schierato dal primo minuto con l’Atalanta, che nelle ultime settimane ha soddisfatto Ranieri non tradendo la fiducia nel match coi nerazzurri. Un’intuizione in parte azzeccata, che lascia ancora aperta ogni possibilità per il confronto di domenica sera. L’allenatore si prenderà tutto il tempo per pensare, valutando pro e contro.

Le ultime due prestazioni della squadra col tridente pesante (Bari e Atalanta, appunto) non hanno convinto appieno, soprattutto perché lo schema col doppio centravanti ha intasato gli spazi, limitando le sortite offensive dei centrocampisti e risultando alla lunga un po’ troppo prevedibile per gli avversari. Una scelta da non sbagliare, la più importante nel momento della verità.