
CORSERA (D. BERSANI) - Ha deciso il big-match con una girata vincente, mirabile sintesi di prontezza e precisione. Era il 27 marzo, era il quinto gol dautore in nove partite, il più pesante dopo il mese e mezzo trascorso in infermeria per curare linfortunio al polpaccio, quello che aveva proiettato Luca Toni e la sua Roma a un solo punto di distacco dallInter. Oggi, a distanza di tre settimane, il centravanti modenese non ha la certezza di giocare la partita che, probabilmente, deciderà il campionato. Cosè successo nel frattempo? Perché Toni rischia la panchina nella squadra capolista? Non ci fosse uno scudetto in palio, si potrebbe azzardare lipotesi che la società giallorossa voglia tenere a riposo forzato il
Claudio Ranieri sta studiando la formazione iniziale da opporre alla Lazio e magari inciderà nella sua decisione il risultato di stasera aMilano ma, al netto di qualsiasi altra valutazione, sarà determinante lassetto tattico di partenza da utilizzare in una sfida così delicata. Francesco Totti sembra avere il posto garantito ed è un problema sostituirlo anche quando mancano pochi minuti alla fine delle partite.
Con i suoi dieci gol pesanti realizzati nelle ultime quattordici gare disputate, laltro «intoccabile» è senzaltro Mirko Vucinic: forse lartefice principale della rincorsa romanista alla vetta della classifica, soprattutto quando il reparto avanzato era a corto di soluzioni. In questo quadro non va trascurato anche Jeremy Menez, schierato dal primo minuto con lAtalanta, che nelle ultime settimane ha soddisfatto Ranieri non tradendo la fiducia nel match coi nerazzurri. Unintuizione in parte azzeccata, che lascia ancora aperta ogni possibilità per il confronto di domenica sera. Lallenatore si prenderà tutto il tempo per pensare, valutando pro e contro.
Le ultime due prestazioni della squadra col tridente pesante (Bari e Atalanta, appunto) non hanno convinto appieno, soprattutto perché lo schema col doppio centravanti ha intasato gli spazi, limitando le sortite offensive dei centrocampisti e risultando alla lunga un po troppo prevedibile per gli avversari. Una scelta da non sbagliare, la più importante nel momento della verità.