GASPORT (M. GALDI/V. PICCIONI) - Interventi mirati senza «colpire nel mucchio», cioè pugno duro sui responsabili degli incidenti e non sulle intere tifoserie. È questo lorientamento che il ministro dellInterno Roberto Maroni ha trasmesso ieri allOsservatorio sulle manifestazioni sportive che ha personalmente presieduto proprio per dare un segnale chiaro anche al mondo sportivo a poche ore dalle immagini drammatiche del derby di Roma. LOsservatorio ha preceduto di poco il Casms (il comitato che analizza la sicurezza delle manifestazioni ..
Lincontro Cera il direttore generale della Figc Antonello Valentini a rappresentare il presidente Abete impegnato nel giro «elettorale» di presentazione della candidatura italiana a ospitare Euro 2016 alla riunione di ieri mattina al Viminale. Con lui il presidente della Lega Maurizio Beretta, quello della Lega Pro Mario Macalli, e i presidenti di Roma (Rosella Sensi), Lazio (Claudio Lotito) e Napoli (Aurelio De Laurentiis), la.d. dellInter (Ernesto Paolillo) e altri dirigenti di società. Accompagnava i vertici sportivi il Procuratore federale Stefano Palazzi che ha illustrato i provvedimenti della Giustizia Sportiva del dopo derby.
Orari «Inopportuno» sarebbe stato definito il provvedimento adottato dal Prefetto di anticipare lora dinizio del derby Lazio-Roma. Allo studio ora cè una direttiva che riporta al Casms lultima parola su eventuali anticipi e posticipi: «Il derby è finito proprio allora in cui le famiglie fanno ritorno a casa la domenica, era meglio che si giocasse alle 20.45, sarebbe finito a unora in cui le famiglie erano già tornate a casa», pare sia stato lunanime commento.
Due pesi due misure Ma intanto non si placano le polemiche intorno al «caso Roma». Il deputato bergamasco Giorgio Jannone (Pdl) ha presentato uninterrogazione urgente proprio sul blocco della trasferta dei tifosi atalantini a San Siro. Polemico anche il sindaco (Pd) di Firenze Matteo Renzi che ha commentato gli incidenti di domenica allOlimpico di Roma: «Se accadevano qui, facevano il Daspo per tutti, compreso il sindaco, per cinque anni».