IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Pretattica? Di più. Quasi assenza di indicazioni. Totti non Totti, tridente non tridente, gioca Menez, si va verso la conferma di Mexes, oppure torna Juan al fianco di Burdisso. Non si sa. Cioè, Ranieri non lo dice. Si diverte solo, dopo aver risposto in inglese a un giornalista inglese, a prendere in giro chi gli chiedeva la traduzione: «Gli ho appena dato la formazione...». Risata generale, tanto per stemperare il clima. Un clima derby, un clima scudetto. Ma quella parola
A Trigoria, però, continuano a sperare, nonostante il successo dellInter sulla Juventus. Tre punti che hanno portato momentaneamente i nerazzurri in testa alla classifica. Non cambia lo stato danimo dei romanisti, dunque. «No, non cambia niente», sostiene Ranieri. Ma chissà se ci crede davvero. Deve farlo, però. «Da quando siamo partiti, abbiamo pensato a noi stessi non agli altri. Questa è stata la nostra guida, il nostro lavoro, impegno, sacrificio e sappiamo che dobbiamo pensare a noi, alla nostra strada, con molta serenità e determinazione. Il rettilineo è là e non ci dobbiamo fermare a sorridere e a stringere mani, il nostro popolo lo sa e ci dà energia. Il campionato non finisce oggi».
E il suo secondo derby. Il primo lo ha vinto, questo vorrebbe tanto rivincerlo. Significherebbe molto. «Sarà una gara molto difficile tatticamente e bella, bella da giocare davanti a una cornice di pubblico stupenda. Di solito la squadra più in alto in classifica non è la favorita, in un derby si azzera tutto. I tifosi laziali hanno chiesto ai loro giocatori una prova convincente, sono andati lì e hanno chiesto alla squadra di salvare la stagione nel derby. Lo stesso avrebbero fatto i nostri tifosi, e mi sembra giusto, ma noi andiamo in campo e ce la giochiamo. Totti preso di mira dai laziali? Anche noi avremmo fatto la stessa cosa, è normale».
Chi giocherà il derby? «Ho provato due schieramenti, ma non ho deciso. Anche i miei giocatori non hanno capito niente... Totti? Sta meglio di quando è entrato con Inter e rispetto alle partite con Atalanta e Bari. Ho tutti più o meno in forma e questa è una cosa molto positiva. Tridente? Non sono sicuro, sono sicuro dei miei uomini - aggiunge Ranieri -, i sistemi di gioco non sono importanti, lo sono i giocatori. Totti-Toni? Sono due campioni del mondo, ci danno esperienza, qualità, forza fisica, imprevedibilità, tutto...».
Non si sbottona sulla sua Roma, figuriamoci sulla Lazio. «Allandata ha fatto un 3-5-2 con un tecnico diverso. Questo mi aspetto, con il Bologna Reja ha vinto con il 4-3-3 e magari gli viene lacquolina in bocca. Ma se cambieranno sistema di gioco siamo preparati e pronti a modificare il nostro assetto durante la gara. In genere Reja schiera un 5-3-2. Staremo a vdere».
La Roma si è isolata, non ha fatto avvicinare i tifosi, mentre la Lazio giovedì ha ricevuto il bagno di folla della sua gente. «Ma noi abbiamo sempre bisogno dei tifosi. Io mi sono isolato come la squadra, non sentiamo e non vediamo, così come quando le cose andavano male. Se vai dietro le voci è peggio. La vittoria, come dice Kipling, è la faccia della stessa medaglia. Il derby, una partita diversa? Se vai male non esci di casa, se vai bene non esci... Insomma non esci mai».
Risata generale. «Sono emozioni positive. I ragazzi hanno fatto un grosso lavoro. Faccio questo mestiere proprio per le emozioni che mi trasmette». Stasera vorrebbe emozionarsi ancora. Questo ha chiesto ai suoi giocatori. «Non contano i numeri e i moduli, io mi fido dei miei uomini».