Riise, il rosso che non si ferma mai

23/04/2010 alle 12:19.

CORSPORT (A. GHIACCI) - E’ l’unico che pro­babilmente non ha sostituti all’altezza. E anche se ce li avesse troverebbero poco spazio. John Arne Riise: una macchina. Non si ferma mai, è uno dei giallorossi più pre­senti. E la competizione con­ta davvero poco. Il dato fon­damentale è quello di cam­pionato. Il norvegese ha gio­cato 33 partite su 34. Se poi pensiamo al risultato, allora la conclusione è semplice. Il mancino ha saltato solo la trasferta in Friuli, ultimo ko in campio­nato, quando l’Udinese mi­se sotto la Ro­ma per 2-1. Fate voi...



FULCRO - Al secondo anno nella Roma, l’esterno è or­mai diventato un punto fer­mo. Non solo tattico però: ap­pare ormai chiaro infatti, co­me sia riuscito a entrare nel gruppo e anzi, ne sia diventa­to uno degli uomini più rap­presentativi. L’anno scorso più di qualcuno, non solo tra i tifosi, non era convinto del­la reale forza dell’ex Liver­pool. Vero, non possiede una tecnica di base sopraffina. Ma a un certo punto i piedi non contano più. Quando? Quando sei di un’affidabilità estrema e il tecnico, chiun­que sia, sa già che mettendo­ti in campo quella casella, di esterno basso a sinistra, è co­perta, copertissima. E’ un bravo ragazzo e nello spo­gliatoio è ben voluto da tutti. Dai romani soprattutto, che spesso e volentieri se lo por­tano in giro. E i bene infor­mati raccontano che quando la notte si esce con Riise, lui è sempre l’ultimo ad arren­dersi alla stanchezza. Ci avremmo giurato.



INGLESE - Con Ranieri, Rii­se ha dato e sta dando il me­glio di sé. Forse, l’esperienza maturata in Inghilterra dal tecnico romano, ha aiutato il norvegese, magari anche ini­zialmente con la lingua. Ai tempi di Anfield Riise spesso occupava anche la posizione di esterno alto. Ma il meglio di sé, non c’è dubbio, lo assi­cura da terzino. Fisico, corsa, grinta e abi­tudine alle partite di alto livello. Poche sedute di la­voro e Ranie­ri si è ritrova­to tra le mani uno dei punti forti su cui poi è stata costruita la rincor­sa dei miracoli. Roba che nel successo di Torino - non così prezioso visto il cammino che poi ha fatto la ­ancora lo cercano. Una scheggia nel gelo: prima l’espulsione di Buffon, poi il sigillo di testa sul 2-1 finale. Roba da urlo, se non per il valore tecnico della vittoria, sicuramente per la soddisfa­zione dei tifosi del mondo giallorosso.



RUSH FINALE - Ora il norve­gese si appresta a vivere il rush finale come al solito; da professionista. Tonetto, con tutto il rispetto, ha dimostra­to in Coppa di non poter più garantire riposo al “roscio”. E lui, dopo un’altra buona prestazione, aspetta la Samp. Con la forza di 89 partite e 10 gol insieme finora in giallorosso.