IL ROMANISTA (G.PIACENTINI) - «Sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata, ma la squadra ha risposto bene, decisa, ordinata e pragmatica. Dovevamo impensierirli di più. Ho fatto riposare giocatori importanti però alla fine ho provato a vincerla. Complimenti allUdinese che ha fatto unottima gara. Ma tutto è bene quel che finisce bene»
noi. Ma va bene così». La formazione di Marino si è dimostrata una squadra ostica. «LUdinese è forte, non si capisce perché non stia lottando per lEuropa, ha tutto, nomi e impianto di gioco, noi potevamo andare meglio con le ripartenze ma è stato dovuto a molti fattori.
Dal campo con la palla che non scivolava bene, poi certo quando siamo rimasti in dieci è diventato tutto un po più difficile». Dopo la sostituzione nel derby, novanta minuti in panchina per Francesco Totti, che comunque era in buonissima compagnia visto che insieme a lui cerano anche Vucinic, che poi è entrato in campo nel finale, e Pizarro, che invece come il capitano è rimasto tutto il tempo in panca. La spiegazione è semplice.«Lho fatto riposare in vista di Roma-Sampdoria». Tra le buone notizie cè il ritorno di Tonetto, che a parte pochi secondi proprio con lUdinese allOlimpico il 20 marzo scorso, non giocava da Inter-Roma dell8 novembre scorso. «Max è stato bravo perché ha fatto quel che gli ho chiesto ha fatto. Anche Faty ha fatto bene il filtro davanti a Riise, non gli si poteva chiedere di più. Quello di esterno alto non è il suo ruolo. Peccato per Cassetti che non giocherà la finale che è un giocatore importante per noi. Brighi sempre ottimo, Baptista lho vista molto bene. Adesso ci sarà lInter, giocheremo avanti al nostro pubblico, ma sarà difficile». Quello con i nerazzurri è un duello infinito.
Campionato, Coppa Italia, Supercoppa, negli ultimi anni è stato sempre Roma- Inter. Le due regine del calcio italiano. Due modi diametralmente opposti di intendere il calcio, che però evidentemente portano (più o meno) agli stessi risultati. «Noi siamo tanto diversi dallInter, ma se è la quinta finale in sei anni vuol dire che si può anche fare calcio come lo facciamo noi. LInter è unarmata bellissima, ha fatto una grande partita col Barcellona. Noi ora non dobbiamo pensare a vincerle tutte, ma una dopo laltra. Spero che lInter sia attratta dalla Champions. Siamo noi che ci dobbiamo conquistare i nostri obiettivi». Ora bisogna pensare alcampionato. Domenica cè la Sampdoria, e per Ranieri è quella la gara più importante dellanno. Poi ci sarà il Parma prima della finale del 5 maggio con lInter, che arriva quattro giorni prima la gara col Cagliari, penultima prima del gran finale il 16 maggio a Verona col Chievo. «Non dobbiamo cadere nel tranello di dire che dobbiamo vincerle tutte da qui alla fine. Noi dobbiamo pensare partita dopo partita, e quindi il nostro pensiero in questo momento deve essere rivolto solamente alla gara di domenica con la Sampdoria».