Quella doppietta quasi impossibile

08/04/2010 alle 12:49.

IL TEMPO - La Roma tifa Inter. Solo in Europa, sia chiaro, ma è un tifo sempre più acceso e convinto. Il secondo fine è evidente, la speranza che la cavalcata nerazzurra in Champions possa costare qualche passo falso nella volata tricolore alla banda di Mourinho. Finora i fatti hanno dato ragione a questo strano rapporto: la Roma, tra l'Inter-Roma dell'andata e la gara di ritorno, ha rosicchiato la bellezza di tredici punti e si è avvicinata in campionato alla sua squadra del cuore in Europa; l'Inter ha superato gli ostacoli Chelsea e Cska Mosca e, dopo sette lunghi anni di clamorosi fiaschi continentali, riassaporerà il sapore di una semifinale di Champions.

La Roma, dal canto suo, ha anche un altro motivo per continuare a sostenere l'avanzata interista in quella che si chiamava Coppa dei Campioni: la tradizione. I numeri, infatti, dicono che solo in due occasioni su ventiquattro, le volte in cui sono apparse in finale delle squadre italiane, si è verificata la doppietta campionato-coppa dalle grandi orecchie: Inter stagione 64/65, quella di papà Angelo Moratti, del «Mago» Helenio Herrera e della formazione (Sarti, Burgnich, Facchetti..) recitata a memoria da tutti gli appassionati di calcio, e Milan 93/94, in piena era berlusconiana con Fabio Capello in panchina. Tutte le altre si sono dovute accontentare di solo uno dei due trofei (come accadde, ad esempio, alla scudettata nel 1973 e sul tetto d'Europa nel 1996) o di restare con un pugno di mosche in mano ( 56/57, Roma 83/84, Sampdoria 91/92, alcuni dei casi più impressi nella memoria). Le cose non cambiano di molto se a questo dato si aggiungono anche le sette occasioni in cui le formazioni italiane si sono dovute arrendere in semifinale: solo il Milan 55/56 e la 77/78 si sono consolate con lo scudetto. Se le tradizioni sono fatte per essere rispettate, Roma e Milan hanno di che sorridere.