GASPORT - Non è Cassano, non ride come Cassano, non fa cassanate come Cassano, ma è lerede di Cassano. Jérémy Menez ha una dote che lo rende simile allex calciatore della Roma: il talento. Il francese e il barese hanno piedi buoni e la testa piena di idee: un dribbling, uno slalom, un gol particolare.
Loperazione-Menez Jérémy è uno degli acquisti più costosi della storia recente della Roma. Da Cassano in poi, pagato 58 miliardi di lire nel 2001, solo Vucinic, Chivu e Baptista sono costati di più. Nellestate 2008, la Roma decise di investire su questo ragazzo, uno della cosiddetta banda dei 4 della Francia Under 17 campione dEuropa nel 2004 gli altri tre sono Nasri, Benzema e Ben Arfa una somma 10,5 milioni di euro, più un bonus di 1,5 che scatterà con la qualificazione alla Champions 2010-11. La prima stagione è stata un mezzo disastro. La seconda ha preso una piega favorevole grazie a Claudio Ranieri. Non è stato feeling immediato. Menez ha fatto spesso incavolare di brutto lallenatore, ma alla fine, tra un rimprovero, una pacca, unesclusione e una concessione, qualcosa si è mosso.
Ha sempre laria di uno che quando gioca ti fa un favore, Jérémy, ma almeno, quando scende in campo, cerca di spremere il suo talento. Ranieri è riuscito ad inculcare in questo ragazzo nato alla periferia di Parigi, con laria molto francese, che anche i talenti devono correre e rincorrere. Nel derby, ad esempio, è entrato subito in partita. A Udine, due giorni fa, ha dato un altro passo ad una Roma svagata. Si è rimboccato le maniche e ha aiutato la difesa, magari non sempre con i tempi giusti, ma quel che conta è la buona volontà.
Jérémy e linquietudine Menez non ha lesuberanza di Cassano e non è arrabbiato con il mondo come Cassano. Ha avuto un percorso di vita più facile. Rappresenta però bene una generazione inquieta, una gioventù che nella vita normale deve fare i conti con la precarietà e un futuro incerto. Non è un bad boy, ma ha laria di un tormentato, modello James Dean. I soldi e la fama non bastano, spesso, per placare linquietudine.
Lo sa anche la Roma che ieri la rivista economica «Forbes» ha valutato 230 milioni (15˚ posto al mondo). La partita Roma-Sampdoria sarà anche una sfida allo specchio: Jérémy contro Antonio. Una sfida a colpi di talento. Da una parte il passato. Dallaltra il presente e, forse, anche il futuro, della Roma.




