GASPORT - E giusto chiedere rabbia e agonismo. Anche con questo peso sulle spalle. Come uno zainetto, il primo posto in classifica. E per fare da contrappeso, bisogna sbilanciarsi in avanti. Gli strattoni da dietro arrivano già impetuosi: alla prossima domenica: il giorno del derby. Con l'Inter che avrà già giocato (con la Juve) da due giorni, e i tifosi che prefigurano i due diversi stati d'animo dei giocatori, in base a quel risultato.
La nostra forza è che siamo uniti come le dita di una mano. Non è un caso se siamolì in alto: abbiamo fatto molto, ma vogliamo di più, a partire da domenica prossima. Certo, la partita sarà difficile, perché per loro può essere la svolta, madobbiamo pensare solo a noi». Stesso tenore dall’altro francese Menez ieri uscito per motivi precauzionali (cartellini). «Stiamo calmi, andiamo avanti come sappiamo fare, e il risultato del derby è assicurato. Non importa cosa farà l'Inter, noi siamo la Roma, oggi prima in classifica». Ancora Pizarro è il più euforico di tutti. «Ora le chiacchiere non contano, ora siamo davanti a tutti e basta. Parlare del derby è controproducente, tanto dipende da noi. E’ cominciata la parte più difficile, ma allo stesso tempo: il bello inizia adesso. Basta non perdere mai, tutto qui. Ce la dobbiamo giocare, come sappiamo fare». Anche Cassetti, aggiunge un pensiero nuovo: «Siamo rimasti umili, è questo che conta. Anche se siamo in cima alla classifica, domenica prossima ce ne dobbiamo dimenticare, e guardare la squadra che abbiamo davanti, che non certo una comele altre». Infine, Burdisso: «Dobbiamo soffrire ancora, non è mica finita qui. Manca il derby, che ci farà penare. Perché la sfida è particolare e del tutto slegata al campionato. E, comunque, l'Inter è fortissima: questo primo posto è un premio, per questi mesi in cui abbiamo lavorato bene, ma non abbiamo fatto ancora nulla. L'obiettivo della scorsa settimanaera battere l'Atalanta, e ci siamo riusciti. L'obiettivo della prossima sarà battere la Lazio».
