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IL ROMANISTA (D.GIANNINI) - "Daje daje, semo noi i primi". Sergio Rosi, il presidente del Roma Club Testaccio, risponde così a dei tifosi che passano in macchina davanti alla sede strombazzando. Due ore dopo il termine della partita lì è ancora piena festa. «Aho, prima che arrivassimo noi, in questa vietta non ce passava nessuno - dice Sergio ma va bene così, oggi va bene tutto». Passata la paura si torna a gioire, come a inizio giornata. Perché tutti quelli che arrivavano alla spicciolata al club avevano un sorriso a 64 denti. Merito di quel pareggio della Fiorentina.
Cè aria di sorpasso e tra i 70 tifosi che si stringono nella saletta per vedere la partita con lAtalanta cè anche un gruppetto di americani anche loro vestiti di giallo e rosso. «Ammazza come so belli channo pure la scialletta della Roma dice Sergio me li so baciati tutti. Mhanno subito chiesto una birra, non so mica come li ho capiti, ma quando cè la Roma parliamo qualsiasi lingua». Al gol del vantaggio di Vucinic esplode la gioia, Sergio salta sul tavolo e viene abbracciato, volano gli occhiali, ma che importa, la Roma è prima. Al raddoppio Sergio scatena la sua sirena e tutto il palazzo si affaccia per festeggiare. E fatta? Macché, cè un tempo da giocare e da soffrire, perché lAtalanta si rifà sotto e lincubo del pareggio ammutolisce tutti. A Testaccio non vola una mosca, nessuno si muove. Giacomino è di marmo, smette pure di masticare la goma che ha in bocca dallinizio. «A Giacomi, se serve mi ti siedo sulla mascella così ricominci a ciancica». Quando la tensione non è più sopportabile scatta lora della Befana. Quella che si muove e canta e che pare portare bene. Totti incarta il pallone, la Roma vince, la Befana ha funzionato. «Je lavemo fatta». Siamo primi. E la festa comincia.