Non solo Turone, quanti furti nella nostra storia

27/04/2010 alle 11:29.

IL ROMANISTA (F.BOVAIO) - Un giorno, speriamo non troppo lontano, qualcuno ci spiegherà perché ogni volta che la Roma si avvicina a una vittoria importante o sta per compiere un’impresa è costretta a rinunciarci subendo una delusione atroce determinata da evidenti errori arbitrali. E’ una storia che conosciamo bene e che domenica sera ha aggiunto un altro episodio ai suoi già tanti capitoli.

Un scippo degno di quello di cui rimase vittima la bella Roma di Viola e Liedholm nell’81 per il gol della vittoria annullato da Paolo Bergamo a Turone nello scontro diretto di Torino con la a tre giornate dalla fine. Se la Roma vince soffia ai bianconeri il primo posto e i giochi sono fatti. Ma un provvidenziale fuorigioco si trova sempre per fermarla e il tricolore viene indirizzato verso la real casa, mentre a noi resta la rabbia di chi ha subito un’ingiustizia. Un sentimento che ci è capitato di provare, purtroppo, anche nella seconda stagione di Zeman (1998-99), quando ci fu un tale corollario di decisioni sbagliate a danno dei giallorossi da far proprio pensare a una vendetta nei confronti del primo che aveva avuto il coraggio di parlare di finanziarie e farmacie da far uscire dal calcio. Il boemo, appunto, che non vinse un derby per 4-3 in rimonta perché Farina e i suoi assistenti videro un fuorigioco inesistente di Delvecchio e che si vide assegnare un rigore contro a Udine per un mani che non c’era - lo stop era di petto - di Aldair che era pure fuori area di almeno un metro. Per non parlare del famoso rigore non avuto a Torino sempre contro la nel campionato precedente per lo sgambetto su Gautieri. L’arbitro era Messina.

E che dire di quel Roma- 1-2 del 5-2-2005 in cui Racalbuto dette per buono il gol in fuorigioco di Canna- varo e assegnò un rigore alla per un fallo (tra l’altro non commesso) di Dellas su Zalayeta fuori area di al- meno un metro? Pensate: in A Racalbuto non dava un rigore da 33 partite, ovvero da quasi due anni! L’ultimo era stato in Reggina-Udinese 3-2 del 2-3-2003. La Roma, in quel caso, era in corsa solo per una qualificazione europea, ma la rabbia montò ugualmente, così come accadde all’indomani di Milan-Roma 1-0 di sabato 7-12- 2002, decisa da un gol di Inzaghi viziato da un suo fallo di mano in partenza dell’azione. Un tocco così evidente del quale, però, non si avvidero né Collina (a quei tempi arbitro di campo) né i suoi assistenti. Tra questi Puglisi, che sullo 0-0 aveva rilevato un inesistente fuorigioco di Cafu (ancora romanista) che salvò il Milan da un rigore che nessuno avrebbe potuto negare, vista la trattenuta di maglia alla quale il brasiliano fu sottoposto da Chamot. Insomma, anche l’attuale designatore ne avrebbe di errori da farsi perdonare dalla Roma e poiché anche il mite e mai polemico Ranieri l’altra sera l’ha chiamato in causa, gli rifacciamo la domanda: “Cosa ne pensa dell’arbitraggio di Damato in Roma-Sampdoria 1-2?”. E ancora: “Visti i falli di mano di Mexes e Juan che ci sono costati punti pesanti a e Livorno (entrambi chiaramente involontari, come da lei stesso dichiarato) che ne pensa di quello di Zauri, volontario, non visto l’altra sera dall’arbitro pugliese?”. Attendiamo risposta. Intanto dobbiamo amaramente prendere atto che anche stavolta chiuderemo il campionato con l’amarezza di aver subito un furto.