Non più derby d'Italia ma quello dei veleni

16/04/2010 alle 10:03.

IL ROMANISTA (D.PASTORIN) - Gianni Brera definì Inter-Juve il "Derby d’Italia": altri tempi, altre stagioni, altri umori. La partita di questa sera, a San Siro, vietata ai tifosi bianconeri, sarà il "Derby dei Veleni", la madre di tutti i rancori, la grande sfida del livore. La Juve guarda al "campionato" di Napoli, ai risvolti di Calciopoli 2, con la speranza, almeno quella, di scucire lo scudetto del 2006 dalla maglia dei nerazzurri.

Tra rivelazioni vere o presunte, si è scoperto persino un amore giovanile di Luciano Moggi per l’Inter: quella fede si è trasformata, da quattro anni a questa parte, in una furibonda questione personale, soprattutto - parole sue - nei confronti del presidente Massimo Moratti. Di certo, i sostenitori di Madama hanno già scelto da che parte stare per quanto riguarda l’emozionante corsa per il titolo: dalla parte della Roma. Domenica scorsa, le curve compatte hanno saluto con un boato le reti giallorosse all’Atalanta. Sembrava di stare in una succursale dell’Olimpico. Importante è non vedere trionfare la squadra di Mourinho, questo il desiderio accesso di parte juventina. Dimenticata la rivalità dell’epoca di Giampiero Boniperti e Dino Viola, il gol di Turone, la "questione di centimetri", Paulo Roberto Falçao "contro" Michel Platini, le "gomitate" tra Ciccio Graziani e Sergio Brio, il popolo della  riabbraccia idealmente quel galantuomo di Claudio Ranieri, adesso sì rimpianto.

Eccome! Aumenta, giorno dopo giorno, la schiera dei pentiti. Inter- non sarà più una poesia.


Ricordate "Domenica sportiva" di Vittorio Sereni? "Il verde è sommerso in neroazzurri / Ma le zebre venute di Piemonte / sormontano riscosse a un hallalì / squillato dietro barriere di folla. / Ne fanno un reame bianconero. / La passione fiorisce fazzoletti / di colore sui petti delle donne. / Giro di meriggio canoro, / ti spezza un trillo estremo. / A porte chiuse sei silenzio d’echi / nella pioggia che tutto cancella". Adesso: solo slogan di rabbia, non ci sono colori, le parti si detestano, non si sopportano, i tam-tam hanno suoni inquietanti. Gianluigi Buffon e Fabio Cannavaro, quelli della "vecchia guardia", quelli che non hanno dimenticato e mai dimenticheranno gli scudetti tolti, hanno promesso la vittoria. Vogliono fermare l’Inter, confezionare un regalo ai romanisti, al loro vecchio allenatore, agli amici in azzurro, da a Toni.

Vogliono prendersi la rivincita dove veramente conta: sul campo. Per dimostrare di essere ancora forti, proprio come in quell’estate del 2006, quando si videro condannati alla B e, con la forza dell’orgoglio e del carattere, andarono a conquistare il mondo della fantastica e indimenticabile notte di Berlino. Vogliono disputare il match della volontà, del riscatto. Sarà, per i ragazzi di Zaccheroni, come una finale. La finale della dignità.