"Non molliamo, lo dobbiamo ai nostri tifosi"

30/04/2010 alle 10:21.

IL ROMANISTA - «Io ho vissuto Roma-Liverpool e Roma-Lecce, e so che nel calcio può succedere di tutto. Per questo abbiamo l’obbligo di continuare a crederci. Fino alla fine, con tutto il cuore che questo gruppo ha dimostrato di avere. Lo dobbiamo a noi stessi, ma soprattutto ai nostri tifosi che sono straordinari e anche a Parma ci seguiranno per farci sentire il loro calore»

Non sono stati in molti quelli che sono riusciti a superare quelle esperienze senza traumi. Non ci si riesce se non si ha carattere. O semplicemente se non si è romanisti fino al midollo: lui lo è, come lo sono Francesco e . E se Bruno Conti è riuscito a superare il Liverpool e il Lecce, Francesco e Daniele, e con loro tutto il gruppo giallorosso, riusciranno a superare la delusione per la sconfitta con la Sampdoria. Anzi, proprio da quella dovranno trovare la forza per ripartire e dare il massimo nelle ultime quattro partite della stagione, che potrebbero riservare delle gioie che solo alcuni mesi fa erano inimmaginabili. Bruno Conti ci crede, e se ci crede lui bisogna dargli ascolto. Come si fa con un papà che consiglia il proprio figlio.

Bruno, hai smaltito la delusione per la sconfitta con la Sampdoria?

«Sul momento è stata una brutta botta, ma sto bene. Adesso pensiamo solo alla gara col Parma. Dobbiamo andare avanti perché non si dimentica quello che è stato fatto fino ad oggi. Ad inizio stagione in molti avrebbero messo la firma per ritrovarsi, a tre partite dalla fine del campionato, nelle nostre condizioni».



Visti gli inizi è una specie di miracolo.

«Questi ragazzi hanno fatto una cosa incredibile, bisogna dare continuità al loro lavoro. Ora abbiamo quattro partite fondamentali per noi e per il nostro pubblico. Domenica sera dopo la sconfitta con la Sampdoria sentire i nostri tifosi applaudire in quel modo, anche fuori dello stadio, è stato straordinario. Bisogna continuare a crederci perché tutto può ancora succedere ».



Dopo la sconfitta con la Samp l’ambiente romanista ha risposto alla grande. Nessuna depressione ma tanto entusiasmo.

«Penso che questa squadra sia stata capace di ridare entusiasmo a questo pubblico stupendo. Non ho mai avuto dubbi, i tifosi ci sono sempre stati. Io ho perso uno scudetto contro il Lecce che era già retrocesso, per questo so che nel calcio può succedere di tutto. I ragazzi ci hanno messo sempre professionalità e impegno, tutti. E’ bello vedere che tutta la panchina si alza quando la squadra segna, è un grande gruppo».



Le lacrime di Mexes sono un’immagine difficile da cancellare.

«E’ la dimostrazione di un grande professionista, di un giocatore molto attaccato a questi colori. Anche se ultimamente ha giocato di meno. E’ l’esempio di un grande gruppo, compatto. Composto da tanti bravi ragazzi che si frequentano anche fuori dal campo».



Hai fatto riferimento a Roma-Lecce. In molti hanno paragonato la gara con la Sampdoria a quella partita.


«Roma-Lecce è la ferita mia, di tutti i miei compagni e di tutti i tifosi della Roma per uno scudetto che sembrava a portata di mano e poi è svanito. Nel calcio ci sono delle partite segnate, condizionate dagli episodi. Contro la Sampdoria la partita la dovevamo chiudere nel primo tempo, quando abbiamo avuto tante occasioni poi da tre episodi sono venuti fuori due gol. Adesso stare qui a dire quale potrebbe essere il motivo o il perché è difficile. Dobbiamo solo fare i complimenti a questi ragazzi».



Ranieri ha detto di crederci ancora. I giocatori pure. Sono parole di circostanza oppure pensate davvero di poter vincere questo scudetto?


«Noi ci crediamo fino alla fine e non molliamo nulla. Questa è la cosa più importante, e la reazione che i ragazzi devono avere. Perché poi sono le esperienze che fanno maturare le squadre. Due anni fa abbiamo perso uno scudetto all’ultima giornata dopo una grande rincorsa, ma adesso il gruppo è più maturo e deve sapere reagire».



Nel 1984 hai vinto una Coppa Italia dopo la delusione del 30 maggio.


«E’ vero, noi dopo il Liverpool siamo riusciti a reagire ed a vincere una Coppa Italia perché eravamo un grande gruppo. Questi giocatori, che hanno sempre dimostrato una grande professionalità e un grande impegno, devono saper fare la stessa cosa. Ecco perché ci dobbiamo credere sempre di più e non dobbiamo mollare niente cercando di finire questo campionato come abbiamo fatto fino ad oggi».



L’Inter è arrivata in finale di .


«Ho visto la partita col . Penso che dobbiamo elogiarli perché penso che sia imporatante sapere che una squadra italiana può diventare campione d’Europa e onorare il calcio italiano. Al di la della rivalità che c’è e che continuerà ad esserci con la Roma».



Ma se a fine stagione dovesse arrivare “solo” una Coppa Italia, sarebbe un’annata positiva?


«Ne abbiamo parlato tanto tra di noi, anche con i ragazzi. Non ci accontentiamo ma se ci guardiamo indietro e rivediamo quello che abbiamo fatto in questi mesi…. era una cosa impensabile qualche mese fa e in molti ci avremmo messo la firma. Ora però siamo in corsa e continuiamo a crederci. Noi dobbiamo pensare solo al Parma e a quello che ci aspetta. Una partita importante e difficile, ma questo lo sanno anche i ragazzi. Quello che hanno fatto negli ultimi mesi non si può mettere da parte. E noi dobbiamo continuare sotto questo aspetto».



Anche per rispetto degli oltre 5.000 romanisti che saranno al Tardini domani.


«Voglio mandare un grande abbraccio ai nostri tifosi che verranno a Parma a seguirci. Noi dobbiamo rendere conto soprattutto a loro, e io li voglio ringraziare di vero cuore per tutto quello che fanno per noi, per i sacrifici che fanno per seguire la squadra. Loro si meritano tutto».