IL ROMANISTA - Lidea è una di quelle davvero pazze. E soprattutto, è bene dirlo subito per scansare il campo da qualsiasi tipo di equivoco, è davvero solamente unidea. Anzi, una provocazione. Perché solo di questo si può parlare quando si accosta il nome di Mario Balotelli alla Roma. Possibile? Si sa che nel mondo del calcio non cè nulla di impossibile e la sfida sarebbe di quelle belle e affascinanti per un allenatore con il carisma e la personalità di Claudio Ranieri.
da qualsiasi tipo di equivoco, è davvero solamente unidea. Anzi, una provocazione. Perché solo di questo si può parlare quando si accosta il nome di Mario Balotelli alla Roma. Possibile? Si sa che nel mondo del calcio non cè nulla di impossibile e la sfida sarebbe di quelle belle e affascinanti per un allenatore con il carisma e la personalità di Claudio Ranieri. Uno che è riuscito a togliere nellintervallo di un derby due monumenti viventi
come Totti e De Rossi, uno che in vita sua ha mandato in panchina gente come Romario e Del Piero (e per questo lha pagata a Torino), assumendosi sempre le sue responsabilità. Uno che nella sua carriera ha sempre saputo come trattare i giovani talenti, anche quelli dal carattere più "difficile" come ad esempio Jeremy Menez, rimesso in riga in pochi mesi di Roma e ora un talento finalmente a disposizione della Roma.
E pensare che Balotelli, tre estati fa, alla Roma poteva finirci davvero. La società giallorossa, infatti, durante lestenuante trattativa che ha poi portato in nerazzurro Cristian Chivu, aveva provato ad inserire il nome di Balotelli ma si è sentita rispondere picche dal presidente Moratti. Gli osservatori giallorossi (e non solo loro) lo conoscevano già dai tempi del Lumezzane in serie C, ma lInter non cè cascata. «Balotelli non si muove,
resta qui con noi per crescere insieme a tutti i nostri campioni», la risposta interista, e così è stato. La Roma ha incassato il no e ha ripiegato su Andreolli. Con grande rammarico di Luciano Spalletti, che allepoca lo paragonò senza nessun imbarazzo a Pato, che rispetto a Balotelli era un giocatore già affermato. «Sono due calciatori - la confessione di Spalletti - qualche tempo dopo - con caratteristiche diverse perché Pato è conosciuto in tutto il mondo ma Balotelli può diventare un grande giocatore. Gli addetti ai lavori, quelli che seguono con attenzione il settore giovanile lo conoscevano già. Noi ci abbiamo provato ma lInter ci ha detto di no». Peccato. Anche perché poi le previsioni di Spalletti si sono rivelate più che azzeccate e la Roma con lui ed Okaka (i due sono grandi amici) si sarebbe sistemata per parecchi anni.
Di certezze, ora, sul futuro del talento interista non ce ne sono. Gli insulti al pubblico del Meazza durante la partita col Barcellona, e laggressione al giocatore nerazzurro che si è consumata nel garage dello stadio da parte di alcuni teppisti, hanno scritto la parola fine sul rapporto con la società nerazzurra. Molto più di quanto
non lo abbiano fatto le (tante) polemiche tra lattaccante e Josè Mourinho, che a fine stagione Champions o no, potrebbe lasciare Milano e dimenticare il rapporto tormentato con Supermario. Molto più di quanto non abbia fatto la maglia del Milan indossata (forse) per scherzo. Molto di più di quanto non abbiano fatto i "calci in culo" ricevuti da Materazzi e dagli altri senatori dello spogliatoio interista. A peggiorare ulteriormente la situazione la scelta di Balotelli di affidarsi a un procuratore, Mino Raiola, che allInter vedono come il fumo negli occhi perché alla fine della scorsa stagione ha portato via da Milano un certo Zlatan Ibrahimovic. E non è un caso che ora si parli di ipotesi-Barcellona. La cosa certa è che gli estimatori non mancano: non cè il Milan (lo ha detto Galliani) ma Mancini e Ancelotti sarebbero pronti a ricoprirlo doro (ora guadagna 1.5 milioni)
per portarlo in Inghilterra, così come Wenger. Su di lui si potrebbe aprire unasta, che escluderebbe automaticamente la Roma. A meno che la pazza idea non sia anche la sua...