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Nesta lo sta ancora cercando

18/04/2010 alle 14:57.

IL ROMANISTA (F.BOVAIO) - Quando il primo novembre del 1997 Delvecchio segnò il suo primo gol nel derby molti romanisti che erano allo stadio stavano già sfollando delusi. La Lazio vinceva 3-0 spinta dagli strafalcioni di Gomez e Servidei e mai, in passato, si era verificato un punteggio così pesante a danno della Roma. Il gol di Delvecchio, arrivato nei minuti finali, servì dunque ad evitare che quella Lazio centrasse la sua vittoria più consistente nel derby. Per cui non fu proprio inutile, come qualcuno scrisse. Nessuno, però, in quel momento poteva sapere che per

E parliamo del 3-1 della Roma nella sfida dell’11 aprile del ’99 decisa, oltre che dalla doppietta di Delvecchio, dalla rete di  (che poi mostrò la famosa maglietta del "Vi ho purgato ancora" alla nord, mentre Marco aveva un più semplice "Vola Supermarco vola") e dello strepitoso 4- 1 rifilato dalla Roma di Capello alla Lazio di Eriksson il 21 novembre sempre del ’99 grazie alle doppiette segnate da Montella e dallo stesso Delvecchio nei primi 34’ di gioco. Un record incredibile che merita sempre di essere ricordato. Per "Supermarco" fu davvero la consacrazione: cinque reti in tre derby le aveva segnate solo il grande Da Costa e in molti capirono che il record di quest’ultimo era seriamente messo a repentaglio da quello spilungone di milanese che era piombato come un falco sul derby capitolino non solo imitando, ma anche migliorando, quanto fatto dal suo conterraneo Prati negli anni ’70. Un altro spilungone con i capelli lunghi come lui che per la Lazio era diventato "la peste". Ormai, dunque, il record di nove reti ai biancocelesti stabilito da Da Costa negli anni ’50 era ad un passo: grazie alle prodezze che vi abbiamo raccontato Delvecchio era salito a quota sei e quando si avvicinava il derby sentiva sempre il sapore del gol, che ritrovò nel 2-2 dell’anno del terzo scudetto.

Una partita per certi versi stregata, che la Roma si trovò a condurre per 2-0 grazie a lui e a Batistuta, ma che poi Castroman pareggiò al 93’ con un tiro che, se ci riprova altre mille volte, non lo azzecca più. Poco male, perché alla fine la Roma vinse lo stesso il suo scudetto e di quel pareggio rimasero pochissime tracce: la mitraglia di Batigol e la settima rete di Delvecchio alla Lazio. Il record di Dino era sempre più vicino e lo fu ancora di più quando, il 27 ottobre del 2001, "Supermarco" segnò il gol che dette il via alla vittoria giallorossa per 2-0 (il raddoppio fu di ). In quell’occasione, dopo aver fatto centro per l’ottava volta contro la Lazio, mostrò una T-shirt dalla scritta emblematica e irriverente (verso di loro, si intende): "e segno sempre io". Poiché era davvero così fu strano non vederlo tra i marcatori nel 5-1 del 10 marzo 2002, ma quella era la sera di Montella (quaterna) e di uno dei gol più belli di e lui poteva risparmiarsi per una circostanza in cui la sua rete risultasse più utile. Circostanza che puntualmente arrivò il 27 ottobre dello stesso anno, quando pareggiò il gol di Fiore segnando il momentaneo 1-1 di un derby che, poi, finì 2-2 anche grazie ad Antonioli, che nel finale parò un rigore di Mihajlovic, facendo un immenso regalo a tutti noi e allo stesso Delvecchio, che non poteva certo eguagliare il record di Da Costa in un derby finito con la sconfitta della sua Roma. Di lì a qualche mese la storia di "Supermarco" in giallorosso terminò, ma la sua leggenda rimase immortale e quando si avvicina il derby tutti tornano a cercarlo. Perché lui, di questa partita, è stato e resterà per sempre uno dei protagonisti più importanti.